Roma - Caccia non-stop, arriva il primo sì. Ieri pomeriggio la commissione Agricoltura di Montecitorio ha approvato per quattro voti, 21 sì contro 17 no, l’emendamento all’articolo del «Ddl Comunitaria» (che contiene disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Ue) sulla caccia. Riformulato dal relatore, il deputato del Pdl Isidoro Gottardo, l’emendamento prevede che le regioni possano «posticipare» (ossia estendere) il calendario venatorio. Infuriano le polemiche, con gli ambientalisti in prima linea, pronti a bollare l’emendamento come il via libera a un massacro. Doppiette in azione senza regole? Proprio Gottardo mette le mani avanti, spiegando che non si tratta di vera «deregulation». La modifica dei calendari di attività venatoria da parte delle regioni, infatti, dovrà essere supportata da «analisi scientifiche», e su queste sarà necessario ottenere il parere, preventivo e «vincolante», insiste il relatore del provvedimento, dell’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale. La stagione venatoria dunque continua ad avere come limiti ufficiali quelli del primo settembre e del 31 gennaio. Ma ora, recita l’articolo emendato, «fermo restando le disposizioni relative agli ungulati (cervi, cinghiali e simili), le Regioni possono posticipare i termini in relazione a specie determinate e allo scopo sono obbligate ad acquisire il preventivo parere di validazione delle analisi scientifiche a sostegno delle modifiche da apportare, espresso dall’Ispra, sentiti gli equivalenti istituti regionali ove istituiti e riconosciuti dalla commissione europea, al quale dovranno uniformarsi». L’Ispra, dal canto suo, avrà 30 giorni di tempo per emettere il parere sul piano venatorio in deroga.
Insomma, non mancano i paletti. Tanto che Gottardo respinge anche l’addebito di aver «allungato» il calendario di caccia: «L’abbiamo ristretto - ribatte - proprio con le modifiche contenute nell’emendamento». Che tra l’altro prevedono il divieto alle doppiette «durante il ritorno al luogo di nidificazione, durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli», divieto valido per ciascuna specie. Anche per quelle che nidificano in settembre, data di apertura della stagione venatoria. «Il che vuol dire - spiega ancora il relatore - restringere in alcuni casi il periodo di caccia». Niente caccia anche ad agosto: l’ipotesi di anticipare di un mese il possibile inizio della stagione venatoria è stata scartata «per ragioni turistiche» su input dei ministri Michela Vittoria Brambilla e Stefania Prestigiacomo.
Argomentazioni che, comunque, non bastano a stoppare le accese rimostranze delle associazioni animaliste, che denunciano il «massacro annunciato». Enpa e Lav parlano per esempio di «proposte aberranti», e considerano l’emendamento approvato in commissione «un cedimento nei confronti degli estremisti delle doppiette». Quanto al parere «obbligatorio» dell’Ispra, per la Lega Antivivisezione sarà alla base di un «carico di contenziosi» tra le regioni, lo stesso istituto e il ministero dell’Ambiente.
Toni simili anche per i Verdi, mentre il Pd - che ha votato contro solo sul punto che prevede la posticipazione dei calendari venatori - critica appunto la sola possibile estensione della stagione di caccia a febbraio,
mese in cui gli uccelli migratori tornano verso i luoghi di riproduzione.Oggi il Ddl sarà in commissione politiche comunitarie. Ma il braccio di ferro sui calendari venatori arriverà quando il testo sbarcherà in Aula.
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