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Stakanovista della rapina In semilibertà fa 35 colpi

Deve scontare 30 anni per duplice omicidio, ma sfrutta i permessi per svaligiare banche in tutta Italia

Stakanovista della rapina 
In semilibertà fa 35 colpi

Massa - Mica male come permesso premio. In trenta giorni di cose se ne fanno e lui di cose ne ha fatte: sei rapine in un mese di permesso premio. Ma non è tutto, lo stakanovista del crimine si è superato e tra dicembre 2004 e giugno 2007, in regime di semilibertà, complessivamente ha messo insieme 35 colpi che in totale gli hanno fruttato 700mila euro. E pensare che gli inquirenti non sono nemmeno certi del numero di assalti che, continuando a indagare potrebbero rivelarsi persino di più. Ma andiamo con ordine.
Almeno tre colpi li avrebbe messi a segno durante la vacanza da una casa lavoro dell’Emilia Romagna, alla quale era stato assegnato per la rieducazione e il reinserimento dopo aver compiuto altre rapine e vari reati. Il pluripregiudicato Mario Vincenzo Selis, sardo, 46 anni, non è uno qualunque: a soli 17 anni è arrestato per rapina e l’anno dopo evade. Ma è un passato che non passa, il suo. Esattamente otto anni fa fu bloccato, dopo un inseguimento per le vie di Torino, e arrestato. E anche in quel caso non doveva essere lì: nel 1987 era stato condannato a 30 anni per duplice omicidio e sequestro di persona, detenuto alle Vallette di Torino, aveva appena svaligiato un supermercato. Era in semilibertà da cinque anni, dopo che si era pentito di quello che aveva fatto il 26 novembre ’85, quando vennero uccise due donne: la moglie di un dentista, Maria Teresa Molaschi, 49 anni, insegnante, e la domestica costaricana, Trinidad Carmona, di 31.
Siamo a oggi. Le indagini della squadra mobile di Massa scattano dopo un colpo all’agenzia cittadina di Banca Intesa, il 12 marzo. In quell’occasione, un rapinatore a volto scoperto e armato di pistola portò via più di 15mila euro. Grazie alle riprese delle telecamere, gli investigatori collegano quella rapina ad altre due compiute, quello stesso giorno, a Lucca e a Pistoia, dove il rapinatore aveva anche aggredito un dipendente della banca, colpendolo con il calcio di una pistola.
Quando poi i poliziotti del questore Paul Nash si sono messi a fare altri accertamenti sono rimasti basiti. Ulteriori indagini hanno permesso di attribuire allo stesso individuo oltre 35 rapine, spesso più di una al giorno: nel 2004, per esempio, ne avrebbe compiute quattro in altrettante banche nell’arco di una sola mattinata. Dal 4 dicembre 2003, giorno in cui viene applicata la detenzione domiciliare, i poliziotti sospettano che abbia «firmato» una ventina di colpi in mezza Italia. Eppure il 27 gennaio 2005 i giudici gli applicano la libertà vigilata, come misura di sicurezza, che deve durare tre anni: in questi mesi, secondo la polizia di Massa, Selis compie altri sei colpi.
Il magistrato di sorveglianza, nel giugno 2006, probabilmente per altri problemi, decide di infilarlo in una casa lavoro. E Selis non riesce a mettere a segno nessun colpo. Poi con il permesso premio, lungo 30 giorni, torna a delinquere e compie altre rapine. Fin quando non lo arrestano lo scorso giugno, ancora una volta a Torino, dopo essere partito da Oristano fino alla città piemontese per tentare un colpo in una banca.

E torna così in carcere, dove i poliziotti di Massa gli hanno notificato una nuova ordinanza.

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