Politica

Via Stalingrado, Consorte davanti ai soci

Al vaglio un aumento da 2,6 miliardi. Piccoli sulle barricate Siena «diplomatica»

Massimo Restelli

da Milano

Un passato da risanatore e un sogno da banchiere nel cassetto, Giovanni Consorte quando questa sera lascerà la sede di Via Stalingrado a Bologna potrebbe essere vicino a coronare l’obiettivo di una vita: «regalare» a Unipol un grande istituto di credito. L’appuntamento clou è fissato per il pomeriggio quando il top manager, considerato da alcuni l’Enrico Cuccia della finanza rossa, chiederà ai soci riuniti in assemblea il lasciapassare finanziario per l’attesa Opa su Via Veneto: 4,5 miliardi il controvalore.
Scattata una panoramica aggiornata del piano industriale e delle dismissioni, Consorte metterà ai voti un aumento da 2,6 miliardi: se appare scontato l’assenso di Holmo (la cassaforte delle cooperative rosse cui fa capo la controllante Finsoe), alcuni piccoli soci sembrano pronti a dare battaglia. Determinati, sulla scorta del parere di Guido Rossi, a reclamare il diritto di recesso davanti a un’avventura bancaria che rischia di spostare gli equilibri del business di Unipol: Via Veneto capitalizza oltre 8 miliardi. Più «diplomatica», invece, la Fondazione Mps che, pur non entusiasta, dovrebbe votare a favore della ricapitalizzazione senza tuttavia esercitare il diritto di opzione. Denaro cui, nelle intenzioni di Consorte, si aggiunge il miliardo di mezzi propri liberi o disponibili a breve, oltre a un prestito obbligazionario da 1,4 miliardi. Terminata un’assemblea che si preannuncia tesa, il pallino passerà infatti al consiglio di amministrazione che oltre a sfornare i risultati del gruppo a fine giugno, farà il punto sui prossimi passi per arrivare al matrimonio con Bnl. A partire dal capitolo delle dismissioni che vedrà Unipol rinunciare fino al 35% di Aurora, la controllata nata dall’unione di Meie e Winterthur Italia: l’incasso stimato è di 700 milioni. Tra i potenziali compratori figura il fondo Clessidra, con cui sarebbe vicina la firma di una lettera di intenti per rilevare il 18% della società, cui si aggiungerebbero la nipponica Nomura e alcuni gruppi di private equity (compresi gli americani di Carlyle).
Tessere del puzzle di cui è in attesa anche la Consob che entro mercoledì dovrà esprimere il proprio verdetto sulle mire di Unipol verso Bnl: ecco perché domani Consorte potrebbe tornare negli uffici della Commissione presieduta da Lamberto Cardia. Quella che inizia oggi è quindi una settimana cruciale per l’assicuratore-banchiere «svezzato» nel mondo delle coop, che dovrà superare anche l’ostacolo di Bankitalia. Una decisione dovrebbe essere presa ai primi di settembre, il governatore Antonio Fazio ha detto al Cicr di aver chiesto altri chiarimenti sull’evoluzione del business, cui seguirà il verdetto dell’Isvap. Senza contare la battaglia tentata dal Bilbao che, vista naufragare l’offerta pubblica di scambio (Ops) con cui contava di conquistare Bnl, ha presentato una memoria all’Authority contestando il prezzo di 2,7 euro promesso nell’offerta di Unipol.
Troppo poco secondo gli spagnoli che, con un occhio al massimo corrisposto dal fronte raccolto intorno a Consorte per rilevare il 27% di Via Veneto dalle mani del contropatto di Francesco Gaetano Caltagirone, pretendono un rilancio a 2,952 euro.

Per Unipol si parlerebbe di un aggravio potenziale da 420 milioni.

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