Politica

Staminali, Mussi ora «scomunica» il Vaticano

Emanuela Fontana

da Roma

Scomunica senza appelli e confronto infuocato a distanza fra il ministro e il giornale della Santa Sede. L’Osservatore Romano, scende in campo in modo durissimo, come poche volte in passato, contro il voto del consiglio dei ministri europei della competitività favorevole, con alcune clausole, alla sperimentazione sulle cellule staminali: «Il macabro prodotto di un malinteso senso del progresso», titola il giornale d’Oltretevere. E continua il braccio di ferro con il governo italiano, dal momento che il ministro per la Ricerca scientifica Fabio Mussi non ha dato cenni di reverenza per l’autorevole fonte da cui proveniva la critica all’esecutivo. Ieri, infatti, in un’intervista a Repubblica, Mussi aveva ammesso che nell’accordo europeo c’è «un filo di ipocrisia». Successivamente, dopo l’attacco dell’Osservatore, il ministro ha mosso lo stesso appunto ai critici della Chiesa: «Mi sembra che la filosofia che ispira l’articolista dell’Osservatore romano - ha commentato Mussi - sia “occhio non vede, cuore non duole”. In Italia viene fatta ricerca su cellule embrionali provenienti dall’Australia, perché questo non è proibito dalla legge 40. Però nessuno batte ciglio. È un’ipocrisia».
La decisione di Bruxelles prevede la sperimentazione ma senza la distruzione di embrioni e solo da embrioni non europei. Ma la scomunica dell’Osservatore è diretta in particolar modo al governo italiano, che ha votato a favore dei finanziamenti: «Quando si tratta della vita (di sopprimerla) - è scritto nell’articolo oggi in edicola - alcuni si presentano puntuali con il loro macabro appuntamento». Sulla posizione italiana a Bruxelles riferirà oggi alla Camera il premier Romano Prodi rispondendo a un’interrogazione del capogruppo Udc Luca Volontè. E sale il tono del dibattito politico, mentre l’«anatema» della Chiesa si estende a livello europeo: «L’embrione umano trattato come un soggetto di ricerca non è affatto compatibile con il rispetto della dignità umana», è stata la reazione del Comece, la conferenza delle 34 conferenze episcopali. Per Monsignor Elio Sgreccia, presidente del Pontificio Consiglio per la Vita, si tratta di «una decisione inaccettabile». «Un compromesso ipocrita», per l’Avvenire, quotidiano dei vescovi. L’Osservatore definisce chi difende la sperimentazione sugli embrioni per le staminali i «nipotini del progresso». Nipotini che «si presentano all’opinione pubblica, penetrano indebitamente negli spazi più sacri della coscienza di milioni di persone pretendendo di guidare con il solito elitario materialismo le sorti (nient’affatto magnifiche e progressive) dell’umanità».
Secondo il quotidiano del Vaticano sembra di essere «ai tempi dell’aborto», perché il linguaggio, si riflette, è lo stesso: «Stessi concetti, stesse frasi. Certi atteggiamenti esteriori, persino. Cosicché, almeno in Italia, quando si tratta della vita (di sopprimere la vita) alcuni si presentano puntuali con il loro macabro appuntamento».
L’accordo, invece, secondo Mussi è «uno straordinario successo», sostiene, modificando l’impostazione data a Repubblica. Le critiche del Vaticano dovrebbero essere indirizzate non contro l’accordo, ma contro «la pratica effettuata anche in Italia di utilizzare linee cellulari ricavate da embrioni». L’intesa di Bruxelles, ha poi spiegato, verrà presto superata dalla ricerca perché «si renderà non più necessario l’utilizzo di linee cellulari provenienti da embrioni». I radicali Marco Cappato e Rocco Berardo, segretario e vice segretario dell’associazione Luca Coscioni, definiscono «inaccettabili» le critiche dell’Osservatore.

E i cattolici dell’Unione sembrano aver fatto una scelta di campo: pur consapevoli «della nostra responsabilità di cattolici impegnati in politica», scrivono i senatori dell’Ulivo Paolo Bodini, Daniele Bosone, Marina Magistrelli, Edoardo Pollastri, Paolo Rossi, Simonetta Rubinato, Albertina Soliani, Giorgio Tonini e Tiziano Treu, l’accordo di Bruxelles è «un grande risultato che coniuga il progresso scientifico con la tutela della vita».

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