La stampa estera ci fa la festa «Il panettone? È gommoso»

«Il panettone è gommoso». Arriva così, pungente e lapidario, l’attacco contro il dolce milanese tipico del Natale. La polemica nasce sulle pagine del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. Un affronto inaccettabile, soprattutto ora che in città si cerca di sdoganare l’abitudine a mangiare panettone solo a dicembre ma si sprona a metterlo in tavola tutto l’anno. Il quotidiano tedesco sostiene che molti panettoni prodotti oggi siano «secchi, con consistenza gommosa e un aroma artificiale». Non solo, incalza, «se i conservanti e i coloranti sono proibiti, spesso i produttori tendono a risparmiare sui canditi» mettendone una stitica manciatina e basta. L’autore dell’articolo cita i risultati di un test realizzato dall’associazione Altroconsumo che ha messo alla prova alcuni panettoni italiani. Risultato? In uno addirittura sono state trovate tracce di muffa. A dare notizia dello «stillicidio anti panettone all’estero» è il giornalista svizzero Klaus Davi, che sull’argomento ha passato in rassegna la stampa di mezza Europa. «Attacchi isolati - commenta -? Non proprio. Qualche giorno fa il Guardian, noto giornale britannico, tra un’indiscrezione e l’altra di Wikileaks, trovava il tempo di esprimere il proprio parere sui panettoni, che Oltremanica stanno riscuotendo successi e vengono venduti negli store più prestigiosi come Harrod’s e Selfridges». William Curley, cioccolatiere londinese dell’anno e proprietario di una pasticceria molto esclusiva a Londra si dimostra alquanto rigido sul panettone Scarpato sentenziando: «È fatto molto bene e sembra buono, ma è un po’ asciutto e non abbastanza burroso». E con il suo articolo è pronto a instillare dubbi nei consumatori inglesi alle prese con la scelta del dolce natalizio. Idem l’affondo del quotidiano canadese in lingua inglese Globe and Mail che, attraverso le lapidarie parole di Stephen Quinn, sostiene: «Non fatevi imbrogliare dal panettone. Può sembrare appetitoso, ma non è poi così buono». Insomma, Altroconsumo ha pubblicizzato, pure troppo, la sua dubbia ricerca ed ha trovato eco.
L’assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano», Giovanni Terzi, parla di un complotto: «Si attacca un simbolo della creatività milanese. Panettoni con la muffa? Quelli milanesi non di sicuro. Forse i tedeschi sono arrabbiati perché non riescono a esportare i loro pur buoni dolci da noi. L’attacco dello Süddeutsche Zeitung ci sembra gratuito. Le modalità di produzione di questo prodotto sono tra le più accreditate». Terzi si erge a difesa del dolce meneghino: «Le leggi italiane sono molto severe in materia e obbligano a vietare qualsiasi ingrediente artificiale. In un decreto ministeriale vengono specificati gli ingredienti che si devono utilizzare e le percentuali minime necessarie affinché il prodotto possa essere definito tale». In risposta alla stampa estera, i milanesi sventolano il brevetto sul panettone artigianale, concesso nel 2003 dalla Camera di Commercio.

«Anche quest’anno -assicura Terzi - la produzione è stata di grande successo e apprezzata in tutto il mondo. Esportiamo 10 milioni di panettoni all’estero, il doppio di vent’anni fa. Dopo quello della moda, anche il Made in Italy culinario dà fastidio».

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