Prima di stampare pensa

Un foglio su cinque viene cestinato. Uno su tre vive cinque minuti. L’ossessione della stampa negli uffici manda in fumo un miliardo e mezzo all’anno

Un bel viale alberato fitto fitto che fa due volte il giro del mondo. Due milioni di piante una accanto all’altra. Ogni anno solo in Italia questo viale viene fatto fuori non per riscaldarsi o per diffondere informazioni e cultura, ma per puro spreco. Produciamo 50 miliardi di fogli di carta inutili, che vanno a occupare spazio, a rallentare i servizi o a bruciare nell’aria.

La notizia non arriva da qualche ecologista dell’ultima ora ma dal professor Pierluigi Ridolfi, un luminare di lungo corso accademico dei Lincei, già capo della ricerca Ibm in Italia, presidente della Commissione per la dematerializzazione e componente del Cnipa, il centro nazionale per l’informatizzazione nella pubblica amministrazione.

Il calcolo nasce da qui: in Italia vengono stampate ogni anno 100 miliardi di pagine, per un valore economico di 1,5 miliardi di euro. Riportando questi dati in un incontro al Museo della scienza e della tecnica di Milano organizzato da Siav, società di sviluppo software e servizi, Ridolfi ha fatto notare che in Italia il 20 per cento delle pagine viene stampato per errore e immediatamente cestinato. Un altro 30 per cento (il 30 per cento di 100 miliardi di pagine!) ha una vita media di… 5 minuti.

Ecologia e costi vivi a parte, lo Cnipa valuta che il passaggio dei documenti cartacei scampati al cestino rappresenta almeno il 2% del Pil nazionale. Se riuscissimo noi tutti a risparmiare anche solo il 10 per cento di questo traffico, farebbero due miliardi di euro. Mica difficile, visto che ormai non mancano né le soluzioni tecnologiche né le leggi necessarie per trasformare i nostri uffici sempre più in un luogo di processo e sempre meno in un luogo di deposito della carta. Non è questo lo spazio per parlare di gestione documentale. Week.it lo fa con regolarità (vedi www.weekit.it/38872). Vi ricordo solo che la pubblica amministrazione si scambia ogni anno 100 milioni di documenti. A mano.

E vi ricordo anche una data, il 31 dicembre 2008: per allora Beatrice Magnolfi, sottosegretario per le Riforme e Innovazioni nella pubblica amministrazione, in un’intervista ha promesso niente più faldoni o scambi di lettere fra ministeri e uffici della pubblica amministrazione, ma solo corrispondenza via e-mail, protocolli elettronici e archivi digitali.

So benissimo come andrà a finire e che cosa scriverò fra un anno e mezzo, ma non mettiamo limiti alla provvidenza.

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