Stampe, fiori ed emozioni: ecco l’abito stile foulard

Ieri erano Audrey Hepburn, Jacqueline Kennedy e Grace Kelly. Oggi si chiamano Kate Moss o Lady Gaga. Le icone si materializzano spesso sulle passerelle come muse ispiratrici. «Ho pensato alla bellezza naturale di Jerry Hall a Mustique», diceva ieri il talentuoso Massimiliano Giornetti parlando della modella dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi blu che alla fine degli anni Settanta fece perdere la testa a Mick Jagger diventandone moglie e madre dei suoi quattro figli. Oggi la potrebbe sostituire Gisele Bundchen, top model brasiliana protagonista non a caso della prossima campagna pubblicitaria della maison fiorentina. «È perfetta per incarnare una nuova sensualità coniugata con un'eleganza disinvolta», aggiungeva il direttore creativo di Salvatore Ferragamo prima di far sfilare abiti drappeggiati sul corpo attraverso nodi e torchon realizzati in twill di seta e di chiffon e stampati con iconici disegni d'archivio rielaborati in colori magnifici: i rossi profondi, gli arancio, i rosa, il blu cobalto, il turchese e il viola. Emozionante la sinfonia di motivi jungle, floreali e animalier fusi in un insieme di foulard utilizzati per l'abito fiocco e per deliziosi pantaloni ad anfora. Irresistibili l'abito in crochet di lurex fatto a uncinetto con applicazioni di catene, i sandali con intrecci di listini di pelle multicolor e tacco scolpito a scanalature preso da un disegno d'archivio del 1935, la borsa secchiello in cocco e suede in colori accesi.
Manuel Facchini, designer di Byblos, ha pensato invece a Isabella Blow, indimenticabile musa di tanti stilisti tra i quali il grande Alexander McQueen, per tratteggiare una collezione dalla doppia anima, come la personalità di questa compianta icona di stile divisa fra delicatezza e irruenza. «Ho disegnato abiti corazza, forti e protettivi, in tessuti tecnologici e pelle, e vestiti leggerissimi in tessuti laserati per imitare pizzi e merletti», spiegava lo stilista mentre sfilavano giacche mosse da patchwork, intarsi di materiali di diversi spessori, shorts di nappa con cintura in rete tecnologica. Sarebbero piaciuti a Twiggy, la modella stecchino simbolo degli anni Sessanta, i tanti vestiti per il giorno e per la sera disegnati dal team di stilisti italiani della collezione Alviero Martini 1A Classe: dai mini abiti tunica portati su gonna in pelle color zucca a quelli lunghi in materiali come la juta accostati al cady. Ad affiancare Christopher Kane designer di Versus c'era Donatella Versace che crede così tanto in questa linea da averla affidata a un giovane designer fra i più promettenti.

Le icone qui sono le cheerleaders e le giocatrici di basket alle quali Kane ha dedicato miniabiti in tonalità pastello con giochi di pieghe dal fondo nero, cardio-stampe che riproducono il grafico delle pulsazioni del cuore degli atleti, pantaloni al ginocchio stile ciclista. Fra le quarantadue uscite una menzione particolare merita l'abito da dea greca in lievissimo chiffon. Omaggio alle Olimpiadi che si terranno a Londra l'anno prossimo? Certamente anche perché lo stilista è inglese.

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