Stangata da 38 euro per famiglia dai rincari gas e luce

Bollette, stangata in arrivo: dal primo aprile le tariffe della luce aumenteranno del 3,9% e quelle del gas del 2%, con un aggravio complessivo per le famiglie italiane di 37,5 euro su base annua (16,5 euro per l’elettricità e 21 per il metano). Aumenti così, almeno per la luce, non si vedevano dal 2008, dall’anno cioè in cui il petrolio arrivò praticamente a 150 dollari al barile.
In effetti a far lievitare le tariffe è prima di tutto il caro-greggio scoppiato dopo la crisi libica, con il Wti oltre i 100 dollari e il Brent addirittura vicino ai 120 dollari al barile. Ma sulle bollette dell’elettricità pesano però come macigni anche gli ormai discussi incentivi alle rinnovabili. A dirlo è l’Autorità per l’energia, che come ogni trimestre ha deciso l’entità delle variazioni. Nel dettaglio, spiega infatti l’Authority guidata da Guido Bortoni, l’aumento del 3,9% dell’energia elettrica è composto da uno 0,9% determinato dalla crescita ininterrotta delle quotazioni petrolifere dal gennaio 2009 (+45% negli ultimi 12 mesi e +145% in due anni, con picchi di oltre 116 dollari al barile per il Brent) e da un 3% derivante proprio dall’incentivazione delle fonti rinnovabili, che il governo punta ora a rivedere nel più breve tempo possibile per evitare ulteriori futuri aggravi a danno delle famiglie. In tutto il finanziamento delle energie alternative vale 4,9 miliardi di euro, tra cui 1,4 miliardi per i «certificati verdi» e 2,4 miliardi per il fotovoltaico.
Gli incrementi del costo dell’energia preoccupano imprese e consumatori che denunciano rincari a cascata. Secondo la Coldiretti, in particolare, «l’aumento delle tariffe sarà gravoso per le famiglie e per le imprese con un aumento preoccupante dei costi di produzione che in agricoltura fanno segnare nel 2011 un aumento medio dell’4,9% con punte del 19,3% per i mangimi e del 6,5% per i carburanti agricoli».

L’Adoc calcola invece che, «se il trend verrà confermato, il rischio è di un ricarico di oltre 300 euro annue per costi diretti e indiretti». L’allarme sull’impatto delle impennate delle materie prime sui prezzi arriva nche da Federalimentare, secondo cui sul cibo ci saranno inevitabili ricadute del 3-4%.

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