La stangata per imprese e artigiani costerà altri 1.159 euro ad azienda

Se il Caf lancia l’allarme sui troppi punti di domanda che ancora aleggiano sull’Imu, una cosa però è certa: sarà una stangata che non risparmierà nessuno. Aziende, liberi professionisti e artigiani compresi. Il governo ha stimato in 9 miliardi di euro il gettito complessivo derivante dalla reintroduzione della vecchia Ici; la Cgia di Mestre ha fatto di più e ha spacchettato e approfondito il dato, arrivando a ipotizzare quanto peserà l’imposta sugli immobili per le aziende: un salasso da 1.159 euro all’anno per ogni impresa.
Per arrivare a questo dato, la Cgia ha ipotizzato che nel 2012 l’aliquota Imu - applicata agli uffici, ai negozi commerciali o ai capannoni produttivi presenti su tutto il territorio nazionale - sarà del 7,6 per mille. Inoltre, si è tenuto conto anche della rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori che verranno applicati alle rendite catastali: prendendo in considerazione solo gli immobili produttivi di proprietà delle aziende, l’applicazione dell’Imu darà luogo ad un aggravio della tassazione per un valore complessivo di 1,57 miliardi, con un aumento medio per ciascuna azienda di 1.159 l’anno, così suddiviso: 219,5 milioni di euro in capo ai negozianti (aumento pro azienda pari a 569 euro); 262 milioni di euro tra i liberi professionisti (+ 949 per ciascun proprietario); 1,09 miliardi di euro tra gli industriali e gli artigiani (incremento annuo per ciascun imprenditore pari a 1.566 euro).
Insomma, una bella mazzata per un settore che già annaspa sotto i colpi della crisi, se si pensa che soltanto nel 2011 oltre 11mila imprese hanno dovuto alzare bandiera bianca e dichiarare il fallimento.

E allora succede che per rendere il nuovo balzello meno pesante, in provincia di Trento si sia già deciso di stanziare 30 milioni di euro di aiuti per famiglie e imprese. Qualcuno l’ha già ribattezzato decreto «anti-Imu». Per gli altri, invece, resterà solamente il salasso. Da quasi 1.200 euro l’anno.

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