da Roma
Da lunedì elettricità e gas costeranno di più a causa «tsunami dellaumento dei prezzi del petrolio». Il presidente dellAuthority per lenergia, Alessandro Ortis, ha spiegato con una metafora il primo incremento delle tariffe da fine 2006 che sarà effettivo a partire dal primo ottobre.
Lenergia elettrica costerà il 2,4% in più rispetto al trimestre luglio settembre, mentre per il gas il rincaro si attesterà al 2,8 per cento. Come ha rilevato Ortis, il prezzo del greggio negli ultimi nove mesi ha registrato un rialzo del 34% nonostante «il favorevole andamento del cambio euro/dollaro». Limpatto sulle tariffe è pressoché automatico considerato che «dagli idrocarburi dipende l85% del nostro fabbisogno energetico», ha concluso il presidente ricordando anche lincidenza penalizzante della fiscalità e degli oneri di sistema.
Secondo i calcoli dellAuthority, il kilowattora costerà 15,91 eurocent in più con un aumento per le famiglie di consumatori medi (2.700 kilowattora lanno) di 10 euro annui, mentre la bolletta del gas registrerà un incremento di 26 euro annui.
Ovvia la preoccupazione di consumatori e imprese. «Per le famiglie italiane tutto questo comporterà un maggior esborso di 41 euro», hanno commentato Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che hanno effettuato previsioni più negative di quelle dellAutorità. Si tratta di 12 euro in più per lelettricità (stimando un consumo medio di 3.000 kilowattora) e di 29 euro per il gas. Insomma, «una stangata pesante».
Non va meglio alle piccole e medie imprese. «Gli aumenti resi noti dallAuthority costeranno alle piccole imprese 249 milioni di euro lanno - ha rilevato il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini - e si aggiungeranno a una bolletta elettrica da 9 miliardi». La proiezione riguarda il 90,8% delle imprese che operano sul mercato tutelato, ma spaventa ugualmente gli imprenditori che «già pagano il prezzo dellenergia elettrica più alto dEuropa, superiore del 52,6% alla media Ue», ha aggiunto Guerrini secondo il quale è necessario «intervenire con decisione su liberalizzazioni e utilizzo di fonti alternative». Il presidente di Confartigianato ha toccato un tasto dolente. «LItalia paga ogni anno bollette più salate di 8 miliardi rispetto allUe» ha evidenziato Davide Tabarelli, esperto tariffario di Nomisma Energia, ma «le liberalizzazioni non sono la panacea dei nostri problemi strutturali: sono necessarie scelte coraggiose sul carbone e sulle infrastrutture energetiche di importazione». Servono quindi più centrali e rigassificatori e meno pseudo-ambientalismo.
Nel frattempo si possono limitare i danni.
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