Egregio Biazzi Vergani, la mattina del 2 gennaio 2016, alle ore 10,05, telefono alla biglietteria del Teatro dell'Opera di Roma. Risponde una voce registrata che mi informa sull'orario di apertura: tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 18, per parlare con un operatore restare in attesa. E io resto in attesa mentre il telefono squilla; dopo una decina di squilli arriva la musichetta, e dopo la musichetta risponde la Fondazione Teatro dell'Opera di Roma, la quale ti comunica che se vuoi parlare in italiano devi premere il tasto 1 e se vuoi parlare con la biglietteria devi premere sempre il tasto 1. Premo il tasto 1 per la seconda volta e risponde la biglietteria. Che bello, è fatta! Ma no, è la voce registrata che mi informa sull'orario di apertura: tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 18, per parlare con un operatore restare in attesa. E io resto in attesa... E il sottoscritto poiché è un po' stupido è rimasto ancora in attesa, e tutto è ricominciato daccapo per tre quarti d'ora. Ho provato a fare altri numeri del Teatro. Niente. Stessa tiritera. Ho riprovato alle 12: voce registrata, musichetta, Fondazione, biglietteria, voce registrata... Da diventarci matti.
E così ho provato a telefonare alla Scala di Milano, per vedere se succede la stessa cosa. Dopo il primo squillo mi ha risposto un operatore, una persona vera, niente voci registrate, niente musichette.Renato Pierrie-mail- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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