La stanza di Mario Cervi

Egregio Dottor Cervi,
l’incredibile storia della ragazza musulmana costretta a frequentare il corso scolastico di musica con le orecchie tappate, per volontà del padre e grazie anche ad una sentenza di un giudice di pace (di certo luminare del diritto), ha dato l’occasione per un dibattito sul nostro quotidiano, con due posizioni distinte. Quella del dott. Porro è, secondo me, fuorviante perché se ineccepibile sotto il profilo economico produttivo, non affronta il nocciolo del problema che è invece magistralmente individuato dalla Magli.

Non si vuol capire che a Reggello lo Stato (s minuscola forse sarebbe più corretto) ha calato le braghe? Che la scuola ha abdicato al suo compito? In merito sarebbe interessante conoscere gli illuminati pareri dei difensori della scuola pubblica. Pubblica sì, ma basta un imam e tutto va a carte 48. Aveva ragione la Fallaci. Tutto il resto è un unico, continuo 8 settembre della nostra identità nazionale e culturale. Posso chiederLe cosa ne pensa?
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