la stanza di Mario CerviChe male c'è nel ringraziare pubblicamente un bravo medico?

Egregio sig. Cervi, sono un suo lettore, e per la prima volta mi rivolgo a un grande giornalista. Mi piacerebbe avere una sua opinione riguardo i ringraziamenti, fatti tramite i giornali, delle persone che dopo essere state curate in ospedale esprimono gratitudine ai medici e al personale ospedaliero. Penso che i medici facciano soltanto il loro dovere e che non devono ricevere nessun ringraziamento sui giornali, ma privatamente dai pazienti. Altrimenti dovremmo ringraziare sui giornali anche i vigili del fuoco, i poliziotti etc.
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Caro Balboni, a mio parere non c'è niente di male se un paziente esprime a mezzo stampa la sua gratitudine ai medici che l'hanno curato e guarito. È vero che il curare e possibilmente il guarire rientra nei compiti del medico. Così come il governare rientra nei compiti d'un ministro. Ma ci sono medici che il loro dovere lo fanno bene e altri che lo fanno male o che non lo fanno per niente (il che vale anche per i ministri). Una segnalazione particolare per i professionisti in gamba è benvenuta se ci sottrae all'egualitarismo ipocrita del todos caballeros. Un egualitarismo che vige nella burocrazia, che a troppi concede apprezzamenti indebiti, che scoraggia i migliori. Rendiamo onore al merito, dunque. L'onore dovrebbe essere abbinato, se del caso, a voti negativi per gli inetti, ma qui il giudizio diventa difficile e personale.

Voglio infine osservare che le lodi ai medici non derivano sempre dall'esito fausto delle terapie. Nei necrologi i ringraziamenti - a opera dei familiari - sono rivolti a chi ha assistito malati poi defunti. Giusto che sia così. È importante l'aiutare a vivere, ma è altrettanto importante l'aiutare a morire.

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