PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviI marpioni di Palazzo dannosi come corrotti e corruttori

Nessuno sembra avere il coraggio o la voglia di affondare la lama nella corruzione. Che in Italia è, in gran parte, «legale». È l'uso del denaro dei contribuenti privo di qualunque etica pubblica; l'assegnazione di stipendi, benefit vari e risorse al di là delle possibilità del Paese e spesso al di sopra di quanto racimola con fatica chi deve guadagnarsi la giornata. A partire dalla presidenza della Repubblica e continuando con Corte costituzionale, Parlamento, Regioni, Province, Comuni, sanità, magistratura ed enti pubblici vari, non c'è limite a retribuzioni senza rapporto con la ricchezza reale dei cittadini. Questa è la vera corruzione. Associata all'irresponsabilità di chi sperpera denaro pubblico.
Grosseto

Caro Alessi, con il termine «corruzione» lei indica anche gli immani sprechi politici e burocratici, la lottizzazione di poltrone lucrose e superflue. Sarei tentato di darle ragione, indignano anche me le dilapidazioni cui si abbandonano, abusando del loro potere, istituzioni e personaggi altolocati. Dilapidazioni, aggiungo, che avvengono agli alti livelli della struttura statale, ma anche - nell'indifferenza se non nell'approvazione generale - ai livelli bassi. Sì, questo spettacolo è insopportabile. Ma la corruzione è un reato, è qualcosa che si fa contro la legge. Tutte o quasi tutte e disfunzioni cui lei si è riferito avvengono nel pieno rispetto formale delle leggi. Se la Regione Sicilia elargisce a un suo funzionario una pensione di decine di migliaia d'euro al mese, questo non dipende dalla falsificazione di documenti o da atti di violenza. Dipende da codici, regolamenti, articoli, commi sapientemente utilizzati dai marpioni del Palazzo e dei suoi dintorni. Lo so, il comportamento di questi figuri può anche apparire peggiore d'una rapina che almeno comporta rischi per il rapinatore. Ma se qualcuno vuol mettere mano a quest'intrigo di privilegi si alzano gridi di dolore, interviene il Tar, i sindacalisti del pubblico impiego rivendicano le strenue fatiche e gli splendidi meriti delle categorie da loro difese. L'azione penale di risanamento, quando ci sia reato, è sacrosanta. Ugualmente sacrosanti, ma di molto difficile realizzazione, sono i tagli alla spesa pubblica sempre promessi ma realizzati con somma cautela dei tanti temporeggiatori di Stato.

Mentre si temporeggia, stipendi, indennità e benefit corrono indisturbati.

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