la stanza di Mario CerviIn ogni campo l'eccellenza è di chi ha una «scintilla» particolare

Stimatissimo Dott. Cervi, da parecchio tempo volevo scriverLe per confutare la premessa del Suo sillogismo: «Il bridge è un gioco di intelligenza, io non gioco bene a bridge, dunque ho seri dubbi sulla mia intelligenza». Ho lavorato per 36 anni nella scuola, come docente di matematica e fisica e preside di licei. Mi sono dedicato al bridge, da pensionato. Ho partecipato a campionati e a importanti tornei. Ho giocato contro eccelsi campioni, tutti molto intelligenti, anche se, come uomini, non tutti degni di stima. Ho conosciuto eminenti personalità nei campi letterario, scientifico e giornalistico (come Lei) dall'indubbia intelligenza, ma mediocri giocatori di bridge. Dalla mia esperienza ho tratto la convinzione che l'intelligenza è condizione necessaria, ma non sufficiente per diventare un campione di bridge. Questo tenevo a dirLe e non nutra alcun dubbio sulla Sua intelligenza.
Brescia

Caro Carbinelli, ho un po' di rimorso per lo spazio che il bridge si prende nelle mie ultime «Stanze» e chiedo scusa ai lettori - la stragrande maggioranza - che dei giochi di carte se ne infischiano (o che magari preferiscono il burraco, la scopa, la briscola) e che sono costretti a occuparsi delle mie facoltà mentali. Ma la sua lettera non posso cestinarla. È stata un balsamo prodigioso per il mio amor proprio. La ringrazio per avere affermato, con l'autorevolezza di chi se ne intende, che si può essere intelligenti pur essendo rimasti a livelli molto mediocri nel bridge. Sì, i grandi giocatori di bridge non sono necessariamente talenti grazie ai quali il mondo progredirà e i giocatori modesti possono dare qualche contributo alla vita sociale. Forse la verità è che l'eccellenza, sia nel campo del sapere sia nelle discipline sportive, sia nel gioco delle carte, è raggiunta solo da chi possiede, per grazioso regalo della sorte, una scintilla particolare.

Chiunque può allenarsi ogni giorno in bicicletta, ma i Coppi - ho ricordi datati - sono prodigi di natura, esemplari unici. Non sono sicurissimo che il suo ragionamento fili proprio liscio, ma non sono nemmeno autolesionista a tal punto da negarne la fondatezza. Cullerò l'illusione d'essere, nonostante il bridge, intelligente.

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