la stanza di Mario CerviJohn Kerry è troppo «upper class» perché le gaffe lo danneggino

Ma è possibile che nessuno si ricordi chi è John Kerry, quello che gioca a fare il Segretario di Stato, infilando una gaffe appresso all'altra? È lo stesso soggetto trombato alle elezioni presidenziali americane quando, con grande indignazione della sinistra, Bush ottenne il suo secondo mandato presidenziale, in completo disaccordo con Il Manifesto che, toppando clamorosamente, aveva dato per vincitore il suo avversario. E ora riflettete un momento: se come Segretario di Stato abbaia solo bischerate, cosa avrebbe combinato da Presidente, John Kerry?
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Caro Magnarapa, non ho seguito con attenzione gli atti e i detti di John Kerry, impegnato com'ero a tenermi aggiornato sulle vicende pruriginose di «budino» Hollande e del suo harem (peraltro di prima qualità). Del gaffeur Kerry ha alcune caratteristiche fisiche: come l'occhio un po' imbambolato e il sorriso perenne. A lui spetta il compito di organizzare e attuare la politica estera della superpotenza mondiale, ed è impresa da far tremare le vene e i polsi. Impresa tuttavia che supera la volontà e la capacità d'un singolo, che è frutto di tanti e contrastanti fattori. Kerry -ma forse sbaglio- mi dà l'aria d'essere, nonostante i quasi due metri di statura, un esecutore più che un condottiero. Tuttavia non direi che sia il caso i sottovalutarlo relegadolo nelle pagine bianche della storia. Nelle elezioni presidenziali del 2004 è stato sconfitto ma non sbaragliato da George W. Bush, e nelle precedenti primarie per garantirsi la candidatura democratica aveva trionfato in 27 stati su trenta. Ha un curriculum di tutto rispetto, prima governatore del Massachusetts poi senatore.

Anche se nell'arco ideologico americano viene collocato a sinistra, Kerry è un esponente dell'alta borghesia degli Stati del Nordest. Per questi soggetti nati con il cucchiaino d'argento in bocca le gaffes sono consuete, e non li danneggiano molto.

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