PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviLa feccia della società pesca in Rete le armi per offendere

È tragico pensare al dolore di quella famiglia che ha perso una figlia, suicida, grazie al bullismo telematico ed è tragico anche constatare come i giovani e le persone in genere siano arrivati a un tale degrado morale, con manifestazioni di cattiveria, menefreghismo nei riguardi degli altri. Purtroppo non è il solo caso verificatosi e disgraziatamente sono introvabili quei vigliacchi che approfittano dell'anonimato per insultare e degradare altri giovani i quali, incapaci di reagire, ne subiscono gli insulti fino a sacrificare la loro vita.
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Caro Vidor, il suo orrore è anche il mio. Non ho la certezza che l'attuale degrado morale sia peggiore di quello del passato. Ciò che è cambiato non è l'intensità della cattiveria e delle perversioni umane, è la quantità e qualità dei mezzi messi a disposizione di mascalzoni, violenti, calunniatori, ricattatori. Gli istinti protervi della feccia giovanile - che quando diventa branco assume caratteri criminali - sono adesso in grado di ricorrere a sofisticati strumenti elettronici per incalzare e perseguitare le vittime. Un anonimato complice protegge troppi turpi individui esperti nell'uso del web e di non so cos'altro. Chi gode della sofferenza altrui ha a disposizione uno sterminato arsenale persecutorio. Si obbietterà, giustamente, che al progresso tecnico non s'accompagna alcun progresso etico, e che da che mondo è mondo gli stessi strumenti possono essere benefici o malefici. Ci fu chi vide nell'alfabetizzazione un rischio, perché allargava anche la conoscenza del male. Inutile pretendere, è ovvio, che la corsa ai prodigi di tavolette onniscienti e quasi pensanti s'interrompa. Ma chi ne abusa, penetrando negli altrui ambiti privati, dovrebbe essere punito duramente.

E rapidamente.

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