la stanza di Mario CerviLe commissioni parlamentari o sono inutili o sono dannose

Caro Cervi, sull'onorevole Bindi, la parola definitiva la disse Martino il quale, commentando il suo operato come ministro della Sanità e citando Pasquino, disse: «fece poco bene e molto male, ma il bene lo fece malissimo ed il male lo fece benissimo». C'è da dire che, per quello che serve la Commissione Antimafia (più inutile della commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Cesare), tanto danno non lo può fare. Bindi, Kyenge, Boldrini: siamo sicuri che le donne in politica siano un valore di per sé?
Trepuzzi (Lecce)

Caro Castriota, avendo dedicato piccola, o piuttosto minima attenzione al lungo cursus honorum di Rosy Bindi accetto a scatola chiusa il divertente verdetto di Martino (immagino Antonio Martino, liberale doc ed ex ministro degli Esteri). La vicenda della signora Rosy è rilevante sotto l'aspetto politico, per i suoi riflessi negativi su un governo già vacillante. Ma a mio parere è rilevante soprattutto perché porta una ennesima volta allo scoperto le sfrontatezze dilapidatorie del Palazzo. Chiunque abbia vecchia conoscenza degli usi e costumi di Montecitorio e di Palazzo Madama sa che le commissioni parlamentari o sono inutili - chiacchiere da passare agli archivi - o sono dannose (quella sulla P2 approdò a conclusioni opposte a quelle della magistratura, generando confusione e il rischio che l'antimafia possa interferire nelle normali procedure giudiziarie è evidente). Ma queste deplorevoli creature burocratiche generano, venendo alla luce, costi mostruosi e privilegi indecorosi. Uno stuolo di reggicoda - segretari, assistenti, consulenti - contorna la presidenza d'ogni commissione, il talento per la spesa genera indennizzi speciali, rimborsi faraonici, sinecure superpagate. Su queste colonne il malcostume delle commissioni è stato ben descritto, proprio prendendo spunto dal caso Rosy Bindi.

Una veterana del potere e delle sue propaggini si vede garantito un tramonto solenne e monetariamente confortevolissimo. Buon per lei, non per i contribuenti che le commissioni parlamentari le aborrono e vorrebbero vederle tutte sparire.

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