la stanza di Mario CerviLe Olimpiadi fanno gola ai politici. Ma possono migliorare i Paesi

Bene, i nostri politici vogliono candidare l'Italia per le Olimpiadi del 2024. Bene perché ci hanno dato la dimostrazione inconfutabile che sono un branco di megalomani deficienti e di incapaci. Basta guardare le statistiche di quanto ogni nazione ci ha rimesso per organizzare le ultime edizioni delle Olimpiadi e prendere atto che il Brasile, nonostante i grandi progressi economici degli ultimi anni, è disperato per aver l'onere di organizzare le prossime. Con gente così in giro non ci risolleveremo più. Chi ha i soldi per fare una buona cena, la faccia e si cavi la voglia, perché potrebbe essere l'ultima occasione.
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Caro Romano, penso il peggio possibile dei politici italiani ma credo che lei, per le Olimpiadi, sia troppo severo. So anch'io che alcuni Paesi sono stati dissanguati dal costo di quell'evento. Lei cita il Brasile, potrei aggiungere la Grecia. Ragioni economiche sconsigliano l'assunzione di una così onerosa incombenza sportiva. Ma a esse si contrappongono ragioni che la rendono ambita (infatti gli Stati aspiranti non mancano mai). Ragioni di prestigio e d'orgoglio sportivo e nazionale in generale. Bisogna aggiungere che talune opere realizzate per le Olimpiadi, se progettate razionalmente, possono diventare permanenti e aiutare lo sviluppo sociale di un Paese. Decidere tra i pro e i contro non è facile. A ben guardare tante iniziative sportive, o culturali, o turistiche o d'ogni altri genere (vedi Expo) se valutate dal punto di vista dei costi e dei ricavi sarebbero probabilmente sconsigliabili.

Ma andrebbe a finire che per risparmiare non si farebbe niente, e allora si alzerebbero le voci di chi deplora l'immobilismo della dirigenza nazionale. Si tratta di scegliere tra i potenziali benefici e i potenziali danni, e una volta tanto il torto non è tutto dalla parte dei «megalomani deficienti».

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