la stanza di Mario CerviL'omaggio dei politici ai Papi santi fra dovere e piacere

Ho potuto constatare come sia importante partecipare per un politico. Papa Francesco ha dovuto salutare una folta rappresentanza di cariche istituzionali. Ma che c'azzecca la signora Clio, antica mangiapreti? Senza dubbio sia lei sia il marito hanno la memoria corta.
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Caro Michelini, gli italiani - credenti e non credenti - sono stati profondamente toccati dalla cerimonia che ha proclamato la santità di Papa Roncalli e di Papa Wojtyla. Il presidente della Repubblica, che rappresenta il Paese, non poteva - con la moglie - chiamarsi fuori da un evento di straordinaria importanza religiosa e di straordinaria risonanza popolare. Ho anch'io la certezza che molti esponenti della Nomenklatura siano accorsi in piazza San Pietro per avere o accrescere notorietà e consenso. Ritengo che - se non altro per motivi anagrafici - Giorgio Napolitano e la signora Clio siano stati totalmente immuni da questi retropensieri politici quando non addirittura elettorali. Ci sono cariche che comportano - quali che siano le intime convinzioni di chi le riveste - precisi doveri. Nei quali ritengo rientrasse l'omaggio del capo dello Stato e della moglie ai due Papi fatti santi. Se Napolitano fosse mancato all'appuntamento l'avrebbero fatto bersaglio delle più aspre critiche.

A titolo di piccola reminiscenza storica - e senza nessun riferimento ai personaggi da lei citati e criticati - osserverò che il più scatenato mangiapreti della recente storia d'Italia fu il furibondo socialista Benito Mussolini. Poi protagonista della riconciliazione tra Stato e Chiesa e da un Papa, Pio XI, definito «uomo della Provvidenza».

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