la stanza di Mario CerviMa le ministre non sono modelle (né i ministri damerini)

A volte basta un «piccolo» particolare per sottolineare l'abissale distanza che separa i nostri politici da noi comuni mortali. Mi riferisco alla foto apparsa sul nostro Giornale della neo ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi, la quale siede in Parlamento mettendo in bella mostra un orologio dal valore di migliaia di euro. È un Rolex che supera - e di molto - i 20mila euro. Non per fare il moralista, ma in tempi come quelli che stiamo attraversando un po' di sana «modestia» farebbe bene a tutti.
Foggia

Caro Caiafa, non ho un'opinione attendibile sulle qualità politiche e amministrative delle signore ministro, tutte - le qualità - da dimostrare. Spendo invece volentieri una parola in loro favore per la severità di giudizio - confinante con l'acrimonia - con cui è stato esaminato il loro abbigliamento nelle prime occasioni ufficiali. Pareva che le magnifiche otto aspirassero ai riflettori d'una sfilata di moda, e non a un posticino nella storia patria. E il colore di qui, e il taglio di là, nessuna tra loro è stata risparmiata dalle critiche di addetti alla saggistica e alla letteratura di Vogue. Si risponderà che essendosi presentate alla ribalta, della ribalta devono sopportare gli inconvenienti. Ma i ministri maschi l'esame sartoriale l'hanno scansato. Tutti perfettini ma tutti, a mio parere, un po' ingessati. L'appunto a Federica Guidi per il suo Rolex mi pare possa essere accostato a quello mosso anni fa a Massimo D'Alema per un paio di scarpe d'altissima qualità. L'Italia s'indigna per queste minuzie ma assiste impassibile ai trionfi dello spreco pubblico in un Paese che s'immiserisce.

Fossero tutte lì le trasgressioni dei vip potremmo essere indulgenti. Pensando alle leggi sbagliate e alle decisioni errate che il Palazzo troppo spesso ci elargisce e che costano ai cittadini quanto mille o diecimila o centomila o un milione di Rolex.

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