la stanza di Mario CerviMeglio non eccedere in divieti, ma a scuola niente sigarette

Ci voleva tanto? È bastato un consiglio dei Ministri con un'approvazione e il gioco è stato fatto. Dal prossimo anno scolastico non sarà più possibile fumare sigarette (bionde o elettroniche) nei cortili e negli spazi aperti delle scuole. Eravamo fermi alla legge Sirchia che regolamentava solo gli spazi chiusi. Ora l'estensione. Si è partiti dai Consigli d'istituto scolastici i quali in modo autonomo e facendo da apripista hanno visto l'ambiguità della legge che divideva lo spazio educativo in dentro e fuori, approvando pertanto delibere interne che estendevano il no smoking anche nei cortili. Ora questo è (sarà) legge. Per sei ore studenti, professori, personale scolastico e chiunque entrerà in una scuola, non potrà fumare. Lo sappiamo, suonata la campanella gli studenti riprenderanno il rituale (non più trasgressivo) e molti mozziconi di sigaretta (altro problema) cadranno per terra. È poco ma da un punto di vista antropologico-simbolico è tanto. Sul fumo finalmente si dice in modo limpido un bel no. Attendiamo ora un altro passo in avanti: che la legge faccia chiarezza tra acquisto e consumo in attesa del diciottesimo anno d'età. Da quel momento il giovane deciderà quale stile di vita assumere.
Dueville (Vicenza)

Caro Benetti, i divieti non mi entusiasmano, e tanti nel nome dei principi liberali possono ritenere che i limiti imposti ai fumatori, vil razza dannata, siano eccessivi. Scrivo da fumatore, sia pure ridotto alla parsimoniosa razione di due pezzettini di toscano al giorno. Ma approvo il provvedimento che lei elogia. L'approvo perché mi sembra che nella scuola italiana imperi per le regole di comportamento un'indulgenza pavida, il vietato vietare ha lasciato consistenti residui nella società, un giovanilismo di vecchi che non ammettono d'essere tali ha voluto rendere lecito tutto, c'è stata perfino una stagione in cui si auspicava la droga libera.

Giusti dunque i no perentori al fumo nelle scuole, che in molti ragazzi e ragazze è un gesto di conquistata maturità e libertà, è il piacere d'una ostentata trasgressione. Qui lo dico e qui lo nego, perché da addetto al fumo, seppure moderatamente, non ho nessun diritto d'impartire lezioni.

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