È riformabile uno Stato che paga un capo commesso della Camera quanto il ministro degli Esteri della nazione più potente del mondo? È un piccolo esempio, ma c'è di peggio. Uno Stato in cui l'etica del denaro pubblico semplicemente non esiste, come si può definire democratico? Il potere in Italia non si può chiamare altrimenti, dispone del denaro pubblico come «cosa propria» né vuole rendere conto ai cittadini delle proprie rendite e delle spese fatte se non parzialmente e con mille ostacoli. A tutti i livelli. Quante speranze abbiamo di trasformare lo Stato italiano in uno Stato democratico? Osservando i comportamenti dei suoi occupanti non si può che rispondere: nessuna.
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Caro Alessi, sono con lei nel deplorare gli sprechi, gli abusi, i privilegi che caratterizzano la vita pubblica italiana. Esempi come quello da lei accennato suscitano indignazione. E squalificano i governanti che, da quando esiste la Repubblica, si sono adoperati per incrementare sempre il parassitismo legale o illegale, mai per eliminarlo. Ma ho molte perplessità sull'equazione, da lei proposta, tra la mancanza di moralità in chi amministra e la mancanza di democrazia. Quand'anche nella Corea del Nord il comportamento della Nomenklatura fosse meno dissipatore di quello della Nomenklatura italiana, mai potremmo sostenete che a Pyongyang vi sia democrazia e a Roma no. Il tasso di democrazia d'un Paese viene fatto dipendere dall'esistenza di libertà fondamentali: d'informazione, di riunione, di rappresentanza politica, di critica, di movimento dentro e fuori dai confini. Da questo punto di vista l'Italia è in regola. Ma, obbietta lei, il potere si serve del denaro di tutti come se fosse cosa propria. La penso anch'io così. Coloro cui abbiamo affidato le nostre sorti si sono troppe volte dimostrati incapaci o negligenti o corrotti. Ma gli incapaci, i negligenti, i corrotti li abbiamo liberamente eletti noi, e dunque voluti noi. La democrazia ha funzionato, producendo risultati eccellenti in certi momenti e per certi aspetti - l'opzione atlantica nell'immediato dopoguerra, l'apertura delle frontiere al commercio internazionale - e producendo in altri momenti o per altri aspetti i guai che stiamo adesso lamentando. Gli italiani hanno sicuramente fatto una scelta saggia votando a lungo Dc, sia pure turandosi il naso.
Hanno preservato così la libertà ma offerto anche larghe possibilità al malaffare. Dei politici dobbiamo spesso vergognarci, ma è nostra la colpa d'averli nominati. Sarebbe ora che insieme alla democrazia ci fosse anche una grande pulizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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