la stanza di Mario CerviOra forse siamo antitedeschi. Il Risorgimento è stato antiaustriaco

Navigando nella rete mi è capitato di imbattermi in un'esecuzione dell'Inno di Garibaldi completa di testo, registrata nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Che dire di quel fiero «bastone tedesco l'Italia non doma» o di quel «tu il pane c'involi» di denuncia? Quanto attuale appare oggi quel testo! Purtroppo di Garibaldi non ce ne sono più. Il loro posto è stato occupato da pavidi sacerdoti di un Europa germanizzata che ci sta togliendo sovranità e risorse... Povero Garibaldi, per cosa si è battuto?
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Caro Donati, non ho nulla da eccepire, per quanto riguarda l'attualità, alla sua polemica antigermanica. Ma da pignolo quale sono penso che, per quanto riguarda la canzone di Garibaldi, sia necessaria qualche precisazione. Il «bastone tedesco» che vi viene evocato non è tedesco ma austriaco. Essendo gli austriaci, nella narrazione risorgimentale, i nemici giurati dell'Italia e della sua indipendenza. Infatti nei versi successivi si afferma che «le case d'Italia son fatte per noi/è là sul Danubio la casa dei tuoi». Danubio, Vienna. I tedeschi -o più esattamente i prussiani- diedero all'Unità un apporto decisivo. Lo diedero nel 1866 con la loro vittoria a Sadowa sugli austriaci: grazie alla quale, pur avendo fatto magra figura a Custoza e a Lissa, l'Italia acquisì il Veneto. Lo diedero con la loro vittoria a Sèdan, nel 1870, su Napoleone III che si ergeva a difensore dello Stato Pontificio. Potemmo così avere Roma. Insomma il Risorgimento fu magari musicalmente e letterariamente antitedesco, per via di una identità linguistica. Ma politicamente e storicamente ebbe per nemica l'Austria.

Non certo la Germania che oltretutto, come nazione, si stava appena formando. Dopodiché colleghiamo pure ad Angela Merkel le espressioni forti dell'inno garibaldino su stranieri e tiranni. Senza dimenticare tuttavia qualche piccola differenza.

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