PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviRiformare le istituzioni è urgente quanto il creare lavoro

Caro Cervi, gli italiani dimostrano immaturità nell'essere indifferenti alle riforme istituzionali che il governo sta avviando, cui seguirà una legge elettorale maggioritaria a doppio turno di collegio. È vero che la detassazione di pensionati e lavoratori e il problema del lavoro hanno la precedenza assoluta, ma ciò non esime dal procedere contestualmente alla creazione di uno Stato moderno, i cui esecutivi finalmente stabili e autorevoli siano in grado di governare per l'intera legislatura al riparo dagli agguati e dai veti incrociati, conferendo governabilità e sicurezza ai cittadini e al Paese e l'indispensabile acquisizione di stima e rispetto degli ambienti internazionali.
La Spezia

P.S. Serve trasmettere lettere a lei, Mattias o Ariel (non ricordo) che mostra di preferire Sicari o Xavier o Fassone che pubblica tutti i giorni, o quasi? Perché si comporta così? Ha forse qualche conto in sospeso con me? Vuole rispondermi? O devo, questa volta però per l'ultima volta, rivolgermi a Sallustri e Vittorio?

Caro Bertei, mi pare che lei scriva cose assennate quando osserva che i problemi del lavoro sono di sicuro importantissimi, ma che bisogna tener conto anche d'altro. Ossia d'una riforma delle istituzioni che faccia dell'Italia uno Stato amministrativamente moderno. Mi pare invece che lei scriva cose non assennate quando intima al mio collega Ariel di pubblicare le lettere a sua (di Giovanni Bertei) firma: e accenna a misteriosi conti in sospeso dei quali lei sarebbe vittima. Lei è, al pari d'altri, un epistolografo instancabile e alluvionale. È anche uno di quegli amici sbarazzini che inviano le loro lettere a varie testate - il Mattias (Mainiero) da lei citato tiene una rubrica della posta su Libero - ingenerando in chi come me risponde - se ritiene di farlo - il sospetto che un testo uguale sia stato mandato altrove, e che altrove possa essere anticipato. Comunque, se ritiene d'essere stato penalizzato, si rivolga pure a Vittorio (immagino Feltri).

Il direttore del Giornale si chiama Alessandro Sallusti, non Sallustri.

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