Ma siamo sicuri che siano da abolire le Provice? Non sarebbe meglio lasciarle, magari rimodulandone i confini, e abolire invece le Regioni, a partire soprattutto da quella anomalia, ormai antistorica, di quelle a statuto speciale? Che senso ha tenere insieme, a esempio, Mantova o Lodi con Sondrio e/o Bergamo, o Vercelli con Verbania, territori tra loro diversissimi per morfologia e di conseguenza per attitudini produttive e conseguenti sistemi di vita? La Provincia ha il polso del territorio, il capoluogo di regione no.
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Caro Bertocci, mi guardo bene dal bollare come sbagliata la sua idea d'abolire le Regioni e lasciare le Province. Questi dilemmi ad alto contenuto politico, economico, tecnico lasciano spazio per una infinità di ipotesi anche ragionevoli. Il guaio è che in Italia, se si vuole impedire una riforma, se ne propone un'altra astrattamente migliore. Con il risultato che della riforma non si fa niente, e vince l'immobilismo. Una classe politica che nell'immobilismo ha il suo credo era riuscita tuttavia a varare un progetto di cancellazione o di ridimensionamento delle Province. Progetto lestamente bocciato dalla Corte costituzionale, zelantissima nella tutela del non far nulla. Lei preferirebbe sacrificare le Regioni e non le Province. Tesi, la sua, validamente sostenibile. Che peraltro conduce a un esito nefasto.
Se i riformisti sono incerti su chi sacrificare, i fautori dello status quo ne approfittano per eternizzare lo spreco e la paralisi. Via le Province è meglio del via niente. Adorato, quest'ultimo, da una folla di parassiti che vivono nella politica e della politica.