Londra - Impaziente, entusiasta, euforico. Alla vigilia del «derby del mondo» («mi piace questa definizione, d'altronde sono le due nazionali più titolale del mondo»), Marcello Lippi non nasconde la gioia di poter giocare una sfida che rischiava di venir cancellata per colpa della vicenda Battisti. «Ma siamo qui per parlare di calcio» ha liquidato la domanda il ct. Nonostante la carriera ricca di successi, Lippi non ha mai affrontato il Brasile né da calciatore né da allenatore: «È una grandissima novità per me. Per tutti quelli che amano il football il Brasile è sempre stato il Calcio. Possono contare su mille giocatori sparsi nel mondo e domani scenderanno in campo solo gli “europei”. Un dato che rispecchia il valore di questa squadra».
Una Seleção priva però di Kaka: «È un vero peccato, perché è un grande campione ma anche una persona con valori importanti. Ma ci saranno comunque Adriano, Pato, Ronldinho. Ho sempre pensato che il Brasile sia la più forte squadra al mondo per qualità tecniche. Già al mondiale avevo indicato i brasiliani come i favoriti. Poi però i loro calciatori non si sono confermati ai soliti livelli e ha vinto la squadra più forte unita e compatta». Ovvero la sua Italia: «Un conto è giocare queste partite da invitati, un conto da campioni del mondo. In quest'Italia ci sono diversi giocatori che si sono meritati questo prestigioso palcoscenico». Lippi, pur lamentandosi per il poco tempo a disposizione per il recupero, esclude che agli azzurri manchino i giusti stimoli. «Non sarà un'esibizione, perché quelle si fanno al circo, non davanti a 60mila spettatori. Si incontrano due squadre con miliardi di motivazioni, sarà una partita vera. L'unico rammarico piuttosto è giocarla troppo vicina al campionato, perché i giocatori non possono aver recuperato completamente». Sulla stessa lunghezza d'onda Carlos Dunga, Ct del Brasile. «Anche se non è una gara ufficiale e la pressione è diversa, noi ci teniamo sempre a vincere. Le motivazioni dei giocatori? Credo che ogni calciatore sogni di giocare partite di questo tipo. Poi non è facile esprimersi al meglio in nazionale perché ci sono solo due giorni di allenamenti assieme». Il Ct brasilano non ha risparmiato qualche frecciata velenosa ad Amauri, reo di non aver protestato contro la Juventus di fronte al no alla sua convocazione. «Io non avrei mai accettato che un club mi impedisse di giocare per la mia nazionale. Ma quando abbiamo presentato la richiesta sapevamo che eravamo fuori tempo massimo, quindi rispettiamo la legge. Certo che le occasioni bisogna sfruttarle».
L'ultima battuta è per la vicenda Battisti e il caso diplomatico che ne è scaturito. «Dispiace molto quando due Paesi che si vogliono bene entrano in polemica. Dispiace soprattutto a me, che sono stato tanti anni da voi. Ma ogni Paese ha le sue leggi, e vanno rispettate...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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