MilanoPiccola rivincita per la Procura di Vigevano, uscita finora malconcia dalle indagini sulluccisione di Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco. Alberto Stasi, allepoca del delitto fidanzato della giovane impiegata, verrà processato per detenzione di video pedopornografici.
É questa imputazione lunico brandello del castello accusatorio rimasto in piedi dopo il severo vaglio cui lo ha sottoposto il giudice preliminare Stefano Vitelli: dopo avere assolto Stasi nel dicembre scorso «per non avere commesso il fatto» dallaccusa di avere ucciso Chiara, ieri il magistrato riconosce che Stasi non ha mai trafficato immagini pedofile, nel senso che non si è mai dedicato a spargerle sul web, come invece sosteneva il pm Rosa Muscio. Però nel suo computer custodiva in effetti alcuni video inequivocabili, e lo faceva consapevolmente e deliberatamente.
Solo per questo reato Stasi verrà processato a partire dal prossimo 21 dicembre davanti al tribunale di Vigevano. Rischia fino a tre anni di carcere. Ma limportanza del processo sta anche altrove: perché la faccenda delle foto porno è lunico appiglio che ancora resta alla Procura per dare un movente allaccusa di omicidio. Allinizio timidamente, poi in modo sempre più esplicito, sia il pm che la parte civile (ovvero i familiari di Chiara) hanno sostenuto che nel rapporto perverso di Alberto con la pornografia virtuale stesse la causa scatenante di un litigio tra i due fidanzati la sera del 12 agosto, e poi del delitto della mattina successiva. A rendere verosimile questa tesi, nella ricostruzione dellaccusa, lattivismo frenetico di Stasi non solo nella raccolta ma anche - reato ben più grave - nella divulgazione di video e foto con bambini impegnati in attività sessuali esplicite.
Chiamato a valutare lintero castello accusatorio, il giudice preliminare Stefano Vitelli si è affidato alle perizie degli esperti informatici. Nonostante i danni irreparabili compiuti nella prima fase delle indagini, quando i computer di Stasi vennero aperti e ispezionati senza precauzioni, i consulenti del giudice avevano escluso che dal pc dellex bocconiano fossero mai partite nè foto nè video pedofili. Ma avevano confermato la presenza nel computer di foto esplicite di minorenni. Foto che Stasi sostiene di avere scaricato involontariamente. Ma il giudice Vitelli non gli crede. E lo rinvia a giudizio.
Il processo a Vigevano per pedopornografia si accavallerà probabilmente con il processo dappello per omicidio, che dovrebbe iniziare a Milano nel prossimo autunno. A differenza del processo di primo grado, svoltosi a porte chiuse davanti al giudice Vitelli, il dibattimento-bis per la morte di Chiara Poggi si terrà alla presenza del pubblico e della stampa, davanti alla Corte dassise dappello. A decidere la sorte di Stasi, dunque, non saranno solo magistrati in toga ma anche sei giudici popolari, sei cittadini chiamati a fare parte della giuria.
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