«Il mondo sta uscendo dalla recessione», dice Ben Bernanke. «Prima di dichiarare che siamo in ripresa, cè unenorme mole di lavoro da fare», replica Jean-Claude Trichet. Lanalisi della situazione economica è diversa fra le due sponde dellAtlantico: ottimisti gli americani, prudenti gli europei.
«Stiamo svoltando langolo - conferma il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, durante il simposio di Jackson Hole - con un ritorno alla crescita già nel terzo e nel quarto trimestre di questanno». La banca centrale Usa favorirà il rimbalzo delleconomia mantenendo per lungo tempo i tassi dinteresse vicini allo zero, anche a costo di qualche tensione inflattiva, «e questo - puntualizza Bullard - non è stato ancora ben compreso dai mercati». La Fed continuerà dunque a fornire liquidità al sistema. Si discute, invece, sullopportunità di un nuovo «pacchetto» di stimolo fiscale - riduzione delle tasse o altro - dopo i 125 miliardi di dollari pompati nelleconomia dallamministrazione Obama. Secondo uno studio di alcuni economisti presentato ieri a Jackson Hole, un secondo intervento potrebbe anche non avere gli effetti sperati mentre il primo - sostiene il premio Nobel Paul Krugman - avrebbe salvato un milione di posti di lavoro negli Usa.
Anche in Europa ci sono segnali positivi, ma Trichet non li enfatizza. I primi dati sul terzo trimestre arriveranno sul tavolo del presidente della Bce alla vigilia della prossima riunione del direttivo, il 3 settembre. Non ci sono segnali di tensione sui prezzi, tanto che linflazione sarà fra lo zero e il negativo ancora per un paio di mesi, ha spiegato Lorenzo Bini Smaghi, componente del board della banca centrale. Per i prezzi si prevede un «aumento molto moderato» anche nel 2010. Questo significa che i tassi dinteresse resteranno bassi (oggi all1%) ancora a lungo.
Ma basterà la politica monetaria accomodante per un rilancio delleconomia europea? Trichet ha timore per lesplosione dei disavanzi pubblici in molti Paesi, che saranno così ancor meno in grado di competere con i nuovi protagonisti, India e Cina. In Europa tutto è più lento, nel male e nel bene.
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