Roma - Tre giorni divisi per aree geografiche. Poi uno stop collettivo. Anche gli statali incrociano le braccia. I sindacati del pubblico impiego hanno deciso oggi tre scioperi regionali (Nord, Centro, Sud e Isole) da tenersi in tre distinte date. Successivamente, "in assenza di adeguate risposte", è prevista un’ulteriore giornata di sciopero nazionale, con manifestazione. Le iniziative di lotta sono state decise a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto. In base alla legge sulla regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici, gli scioperi regionali dovrebbero tenersi tra ottobre e novembre. Lo sciopero generale che si terrà in caso di mancanza di risposte, si svolgerà prima dell’approvazione della Finanziaria da parte delle Camere.
Il vertice Al termine di una lunga riunione, le segreterie unitarie di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Fpl-Uil e Uil-Pa, sono tornate a chiedere un tavolo a Palazzo Chigi di tutte le controparti pubbliche, oltre il governo quindi anche Regioni e Comuni. I sindacati, infatti, prendono atto che la mobilitazione che si è svolta nei giorni scorsi articolata per comparti "non ha prodotto sin qui un reale avvio del confronto né col governo, né con le regioni, né con i comuni". Le quattro federazioni ribadiscono che le risorse stanziate continuano a essere insufficienti.
Le organizzazioni puntano il dito anche contro le "proposte di superamento del contratto per le autonomie locali e la sanità e le ipotesi di elargizione unilaterale dei benefici contrattuali". Nel mirino dei sindacati anche "i tagli alle risorse della contrattazione integrativa" previsti dal decreto che ha anticipato prima dell’estate la manovra economica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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