Una lettera del coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani e della sua vice Viviana Beccalossi per dare ufficialità allo spostamento ad autunno degli Stati generali del partito già convocati per venerdì e sabato. Poi, nel pomeriggio, una riunione di amministratori, tra cui assessori anche regionali e sindaci, a cui avrebbero partecipato anche il governatore Roberto Formigoni e il presidente della Provincia Guido Podestà per chiedere al segretario unico del partito Angelino Alfano di mantenere la data dell’assemblea. «La cancellazione dell’appuntamento - l’accusa condivisa - non è stata concordata con nessuno. Proprio in un momento in cui si parla di casta e privilegi, perdere questi due mesi sarebbe davvero deleterio. Rischiamo la delegittimazione del partito». E invece, l’invito di un partecipante, «dobbiamo tenere alta la motivazione degli iscritti lanciando parole d’ordine come merito, congressi e primarie». Il primo passo sarà l’appello ad Alfano, ma la minaccia è l’autoconvocazione. Una dura reazione alla missiva inviata in mattinata da Mantovani. «Cari amici». Tutto come previsto. Niente assemblea regionale. Con decisione presa «in accordo con il segretario politico nazionale on. Angelino Alfano». Il cui intervento era già previsto nel programma della seconda giornata. Quando a Milano sarebbero dovuti arrivare anche i ministri e, probabilmente, il premier Silvio Berlusconi. Tutto rinviato «alla ripresa dell’attività politica, dopo la pausa estiva, per consentire la massima partecipazione». Il motivo sarebbero «le difficoltà incontrate, dovute al periodo estivo». Cordiali saluti.
«È un vero peccato - il rammarico del governatore Roberto Formigoni - Quest’assemblea regionale era e io spero che resti, una splendida occasione per radunare i nostri eletti, il nostro popolo». Con la convinzione che qualcosa possa ancora succedere. «Mi auguro - aggiunge - che le assise possano essere confermate. Perché perdere l’occasione di organizzare proprio in Lombardia la prima uscita di Alfano? Non capisco proprio i motivi di questo annullamento. L’estate? Ma è estate per tutti e se uno fa politica dovrà pur essere disposto a rinunciare a un sabato. Che poi era solo la mattina, neppure tutto il fine settimana». Un’occasione mancata, secondo il governatore. «Anche perché due turni elettorali e i referendum ci hanno chiaramente detto che abbiamo preso una bella sberla. Berlusconi ha lanciato l’idea di un rinnovamento profondo del partito con l’elezione di Alfano e proprio dalla Lombardia diamo un segnale di marcia indietro?». Nei corridoi di viale Monza molti mugugni. E qualcuno che racconta che a volere il rinvio sarebbero stati i ministri, considerando la delicata settimana che aspetta il partito con le dimissioni di Alfano e il rimpasto di governo. Ma anche chi preferirebbe evitare una resa dei conti troppo vicina alla sconfitta elettorale. «Sono molto sorpreso da questo rinvio - spiega Podestá - vi era grande attesa per l’avvio di un processo congressuale e per le primarie ancor più opportuno in un momento in cui cresce la disaffezione verso la politica e le istituzioni». E quindi? «Telefonerò sia a Mantovani sia ad Alfano per chiedere che la data sia confermata».
«Rinviare l’assemblea non appare certo una decisione felice - protesta anche il coordinatore provinciale Romano La Russa -. L’idea era stata accolta con entusiasmo da gran parte degli eletti e dai dirigenti.
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