"Lo Stato paghi per i pazienti non lombardi"

I VIAGGI DELLA SALUTE Il Pirellone vuole correggere le tariffe. Formigoni chiede di anticipare i finanziamenti alla Regione: il buco ammonta a 1,2 miliardi

Dalle casse del Pirellone mancano 1,2 miliardi di euro. E chissà quando potranno essere recuperati. Il motivo? Alcune regioni che «esportano» pazienti negli ospedali lombardi pagano i rimborsi in ritardo. «Gli arretrati ancora da riscuotere - spiega il direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina - sono di un anno e mezzo fa». Quindi, va bene la mobilità, va bene il trasferimento dei pazienti delle altre regioni in Lombardia. Ma con certe garanzie. A chiederle, soprattutto ora che non si naviga nell’oro, è lo stesso presidente lombardo Roberto Formigoni: «Lo Stato garantisca la mobilità sanitaria - interviene - ma preveda anche di passare direttamente alla Lombardia una parte dei fondi delle regioni con cittadini che vengono a farsi curare da noi. È giusto garantire che gli ospedali di una regione non siano penalizzati perché un’altra regione non paga mai». In sostanza, si chiede di saltare un passaggio e di assegnare «a monte» i fondi alla Lombardia.
Le prestazioni erogate agli «emigrati» della salute, secondo il presidente lombardo dell’Aiop (associazione degli ospedali privati) Gabriele Pelissero, «valgono complessivamente attorno agli 800 milioni di euro all’anno. Poco più della metà, circa 400 milioni di euro, è il valore delle prestazioni erogate dai privai».
Pelissero fa anche notare che non sono mancati i problemi per il sistema di tariffe concordato a livello nazionale a luglio (il Tuc): «Viene applicato a tutti gli ospedali pubblici e privati - spiega - ma alcune tariffe non corrispondono al valore di alcune prestazioni, come quelle per le protesi ortopediche e le valvole cardiache». Anche su questo fronte Formigoni annuncia battaglia: «Siamo determinati a risolvere questa criticità chiedendo una specifica integrazione del tuc nazionale per le categorie più penalizzate». L’obbiettivo è correggere il provvedimento alla conferenza Stato-Regioni entro aprile. La Lombardia deve fare i conti anche con un altro fattore: il calo dei ricoveri ospedalieri, con un tasso di ospedalizzazione di 127 ogni mille abitanti registrato nel 2010 (era 133 nel 2009 e diminuirà ancora nel 2011). In ascesa è invece il Veneto. In base ai dati Aiop, il 31,5% di tutti i ricoveri in degenza ordinaria avviene comunque negli ospedali privati. «Nel 2010 l’afflusso di pazienti - spiega Pelissero - è rimasto costante rispetto al 2009, con un leggero segnale di ripresa soprattutto verso gli ospedali di diritto privato». Su 127.228 pazienti di altre regioni ricoverati in degenza ordinaria, 66.549 si sono rivolti a quelli privati. La percentuale di attrattività dei privati sale e si attesta al 52%, a fronte di un volume di attività che rappresenta il 36% di tutto il sistema». Considerando i ricoveri ordinari e in day hospital l’attrattività extraregionale nel 2010 è stata del 9,1%, segnando una ripresa dello 0,1% dopo il calo del 4% dell’anno precedente. Il quadro è positivo, secondo il rapporto, soprattutto considerando che la Lombardia «mantiene il più vasto sistema sanitario regionale - continua - con una spesa di solo il 5,4% del pil, record assoluto in Italia, dove la media è del 7,2%.

I ricoveri extraregionali rappresentano il 9,1% del totale e nella capacità di trattenere i propri residenti, e anche per quella passiva, con il dato più basso, 4%, di cittadini che scelgono di curarsi in altre regioni».

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