Meglio non avere bisogno di nulla mentre si viaggia in treno nel Lazio. Perché nelle stazioni ferroviarie della regione è quasi impossibile trovare qualcuno del personale a cui rivolgersi, difficile trovare biglietterie o rivendite di giornali. Anche i bar talvolta possono essere un miraggio. La scarsa vigilanza, poi, non fa che alimentare la percezione di insicurezza dei viaggiatori, costretti a transitare in luoghi isolati e scarsamente illuminati, spesso frequentati da sbandati e immigrati clandestini.
Le stazioni ferroviarie di Roma e del Lazio non escono affatto bene dal corposo dossier che Legambiente Lazio ha realizzato monitorando negli ultimi due mesi 53 stazioni, il 30 per cento del totale, un campione decisamente rappresentativo delle 172 stazioni regionali. Dati sconfortanti, del resto confermati anche da quanto emerge dalla carta dei servizi di Rfi (Rete ferroviaria italiana), che classifica le stazioni in quattro categorie sulla base dei servizi offerti agli utenti: si va dalla «platinum» alla «bronze», passando per la «gold» e la «silver». Ma anche dal Codacons arrivano notizie poco rassicuranti. Lassociazione dei consumatori, dopo laggressione subita venerdì alla Storta dalla studentessa africana, ferita e violentata da un romeno, aveva chiesto ai cittadini di segnalare le stazioni pericolose per studiare una class action in favore della sicurezza dei viaggiatori. E le segnalazioni non sono mancate: in solo due giorni ne sono arrivate circa 1.500, dettagliate e omogenee, grazie alle quali è stato possibile delineare un quadro preciso della situazione. Quando si parla di stazioni, dunque, sono tutti daccordo: scendendo dal treno meglio tenere gli occhi bene aperti.
Sono 32 (il 60,4 per cento), secondo Legambiente Lazio, le stazioni in cui il personale è assente, in 12 è stata registrata una presenza saltuaria e solo in 9 costante. Solo nel 47 per cento dei casi, inoltre, sono presenti bar allinterno o subito allesterno, che talvolta vendono anche giornali e biglietti. Vere e proprie edicole, invece, ci sono in 19 stazioni su 53. La qualità delle infrastrutture non migliora lo standard: in 26 stazioni, ossia il 50,9 per cento del totale, mancano i bagni, e dove ci sono nel 9,1 per cento sono malfunzionanti; in 11 stazioni la copertura non tiene la pioggia o è troppo piccola. Una rarità i cestini sulle banchine, insufficiente la pulizia. Nel 58,5 per cento dei casi, poi, non cè la rivendita dei biglietti e nel 62 per cento di questi non cè neppure lerogatrice automatica. Classificando le stazioni secondo i parametri di Rfi soltanto due (Termini e Tiburtina) raggiungono il livello «platinum», otto sono le «gold» (Ciampino, Civitavecchia, Fiumicino Aeroporto, Formia, Orte, San Pietro, Trastevere, Ostiense), 96 (il 55,8 per cento) sono le «silver» e 66 (il 38,4 per cento) le «bronze».
La peggiore stazione monitorata da Legambiente è la Nomentana sulla Fr1 Fiumicino-Fara Sabina. Manca tutto: la biglietteria, lerogatrice, il bar, ledicola, il personale, i servizi igienici, lannuncio vocale dei ritardi, i cestini. Sulla FR3 Roma-Cesano-Viterbo i servizi igienici sono presenti solo in quattro stazioni (Bracciano, Manziana, Anguillara e Valle Aurelia). La stazione di La Storta, dove è avvenuta laggressione, si trova in posizione «silver», dunque non particolarmente negativa: cè lerogatrice di biglietti, il bar, il distributore di bevande, il personale cè saltuariamente, lo stato delle attrezzature è abbastanza buono. Gli utenti che hanno segnalato al Codacons le stazioni più pericolose hanno votato quelle della linea Fm1, che collega Orte a Fiumicino, come le meno sicure in assoluto.
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