La «stecca» dell’Olimpico: gli ultrà fischiano Raciti

A Verona invece 4 interisti arrestati con petardi, droga e biglie d’acciaio. Oggi verranno processati per direttissima

La «stecca» dell’Olimpico: gli ultrà fischiano Raciti

Silenzio, si gioca? Macché. Negli stadi aperti al pubblico c’è persino spazio per i fischi alla memoria di Filippo Raciti. E sulle curve vuote piovono i fumogeni. Si ricomincia dalle solite follie di pochi, anche se a fine giornata si può almeno registrare l’assenza di incidenti negli stadi.
I tifosi non ci stanno e protestano ovunque. Anche dove il governo ha dato il via libera al loro ingresso sugli spalti. E all’Olimpico di Roma va in scena il minuto della vergogna. I giocatori giallorossi danno un segnale positivo entrando in campo indossando fratini bianchi con la scritta: «Avversari in campo, uniti nello sport, nemici mai». Ma non basta per la Curva Sud, che appena inizia il raccoglimento in ricordo dell’ispettore ucciso, fa partire una salva di fischi e di cori contro la polizia, mentre in molti si girano di spalle. Il resto dell'Olimpico non ci sta, e nonostante molti vuoti sulle tribune, prova a coprire i fischi con un lungo e sentito applauso.
E gli ultrà vengono «battuti» anche a Genova, dove pure per un tempo intero va in scena lo sciopero dei cori. La prova del fuoco per i tifosi arriva subito: Gianluca Pagliuca, portiere dello scudetto blucerchiato, non ha lasciato un gran ricordo. Va subito a difendere la porta sotto la Sud, che lo subissa di fischi. Lui saluta e si becca la seconda razione. A quel punto lo stadio reagisce e zittisce gli ultrà. Parte un applauso spontaneo dagli altri settori con una gradinata Sud sorpresa per l'ammutinamento. Tutto bene, comunque, a Marassi, nonostante lo stadio gioiello, quello con i tornelli che tutta Italia vorrebbe, vada in tilt alla prova-sicurezza per l’arrivo dei tifosi. Proprio i tornelli fanno i capricci dal lato dei Distinti. Dieci minuti di black out, e per fortuna che allo stadio di gente ce ne va pochina: alle 14, un’ora prima del fischio d’inizio, sugli spalti è presente appena l'8 per cento degli abbonati, e da Ascoli risultano arrivati 26 tifosi.
Stadi semideserti anche dove ci sarebbe il via libera della prefettura. Al Meazza di Milano, che in extremis ottiene il permesso di far entrare solo gli abbonati del Milan, si presenta poco più della metà dei tifosi «autorizzati»: 21.649 rispetto agli oltre 37mila possessori di tessera. Per smaltire l’afflusso e la ressa, comunque, un addetto all’ingresso avrebbe aperto un cancello. Notizia però smentita dal sito del Milan, secondo cui «l’ingresso degli spettatori è avvenuto regolarmente attraverso i 28 tornelli».
Anche gli ultrà interisti vogliono stare comunque vicino alla loro squadra e si ritrovano in un centinaio davanti al Bentegodi, cantando, soffrendo ed esultando per i gol raccontati dalle radioline. Meno folcloristici e più preoccupanti invece i quattro ultrà che hanno lanciato tre grossi petardi e sono stati fermati dalla polizia: in loro possesso sono state trovate biglie d’acciaio, droga e croci celtiche. I quattro saranno processati oggi per direttissima.
Anche a Firenze non resta che festeggiare la vittoria dei viola davanti ai cancelli rigorosamente chiusi, mentre i tifosi dell’Atalanta non si accontentano di ritrovarsi in duecento all'esterno della curva Pisani dello stadio Azzurri d'Italia.

Su un furgone è montato un impianto acustico da 5mila watt per ascoltare la radiocronaca del match, mentre da Roma non sono arrivati tifosi della Lazio. Tutto tranquillo se non fosse che a un certo punto un fumogeno viene lanciato oltre i muri dello stadio e finisce, acceso, nella curva deserta.

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