Claudia B. Solimei
da Bologna
Dopo le lacerazioni delle ultime settimane, le coop puntano tutto sul ricompattamento interno, così come uscito ieri dal consiglio di amministrazione di Holmo spa, la cassaforte che tramite la finanziaria Finsoe controlla il gruppo assicurativo bolognese Unipol, che ha ridisegnato lintera catena di comando delle società rimaste orfane di Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti. Ma le difficoltà non sono finite: si dovrà attendere ancora, infatti, per conoscere il nome del nuovo amministratore delegato di Unipol, la cui indicazione è strettamente legata al futuro dellopa su Bnl, sempre più incerto.
Un importante elemento di rottura rispetto al passato cè ed è il risultato del braccio di ferro tra le coperative toscane e quelle emiliane: lingresso in Finsoe, rispettivamente come presidente e vicepresidente, di Turiddu Campaini, il numero uno di Unicoop Firenze che, ancora prima della bufera giudiziaria che ha travolto Consorte, si era opposto allopa su Bnl, e di Claudio Levorato, presidente di Manutencoop, emiliano ma anchegli critico nei confronti della gestione Consorte. Due nomine che aprono la strada, nella finanziaria che controlla Unipol, ai «ribelli» dellopa, ora alla ricerca di un nuovo difficile equilibrio dentro al mondo cooperativo.
Alla presidenza del gruppo assicurativo, il ruolo che fu di Consorte, arriva invece Pierluigi Stefanini, bolognese, 52 anni, ex operaio metalmeccanico della Gd, numero uno del colosso della distribuzione Coop Adriatica e, fino a ora, anche della stessa Holmo. Stefanini, non ancora insediato (le nomine ufficiale arriveranno lunedì con i consigli di amministrazione di Finsoe e della stessa Unipol), ha dovuto affrontare ieri il nodo più spinoso: il futuro dellopa. Nel pomeriggio, infatti, da Bankitalia erano filtrate indicazioni su una possibile bocciatura dellacquisizione voluta e lanciata da Consorte. «Non faccio commenti su delle indiscrezioni - ha dichiarato Stefanini - ma per noi il progetto rimane valido, importante e di prospettiva sia per gli azionisti che per le imprese. È una volontà che vogliamo perseguire».
Lappoggio alloperazione per creare un grande gruppo di bancassurance, insomma, sarebbe immutato, tuttavia una bocciatura di Bankitalia potrebbe anche aiutare le cooperative a risolvere le tensioni interne, soprattutto con i toscani e Monte dei Paschi di Siena, magari addossando al vecchio management le colpe del fallimento e riuscendo a sfilarsi così dall'impantanamento degli ultimi mesi. Stefanini, il cui vice sarà Vanes Galanti, già suo numero due in Holmo, ha ribadito la volontà di distinguere nettamente nelle cariche tra proprietà e manager: «Pensiamo - ha spiegato - di essere in linea con un assetto che garantisca il massimo di stabilità proprietaria e al tempo stesso dia anche dinamismo alla gestione».
Infine, il fronte degli intrecci tra affari e politica che sta scuotendo i Ds: «La politica deve agire con serenità - ha detto Stefanini - , mi aspetto un impegno nel dare prospettive a questo Paese, un impegno che non sia solo sulle polemiche di questi giorni ma orientato a costruire dei progetti». Quanto al collateralismo, il presidente in pectore di Unipol lo ha bollato come «un termine che fa parte della storia del nostro Paese».
Dal cda di ieri di Holmo, durato oltre tre ore, le nomine sono uscite con una votazione allunanimità: «Non ci nascondiamo che è un passaggio importante per il gruppo - ha concluso - ma siamo sereni di aver fatto una scelta condivisa e apprezzata da tutti».
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