Si riparte dalla proposta di Rifondazione comunista. Riveduta e corretta, ma pur sempre in linea con quellidea che Laura Tartarini ha opposto allintitolazione di una via genovese a Fabrizio Quattrocchi. A metterla nero su bianco in una mozione è Remo Benzi, consigliere di Liguria Nuova ed ex comandante dei vigili urbani di Genova. La proposta è quella di unire la guardia del corpo genovese trucidata dai terroristi alle altre vittime italiane delle violenze in Irak. I nomi del giornalista Enzo Baldoni, dei carabinieri e dei soldati uccisi nellagguato di Nassirya, del funzionario del ministero dellInterno Nicola Calipari, morto per salvare Giuliana Sgrena, potrebbero trovare spazio in un unico cippo «costruito in uno spazio pubblico della nostra città». È il senso della mozione presentata da Benzi, che chiede di riportare, sulla stele, la distinzione dei ruoli, tra civili e militari, delle vittime.
Una distinzione che nel corso del consiglio comunale aveva invece rimarcato con forza lesponente di Rifondazione comunista, ricordando più volte che in Irak era ed è in corso una guerra alla quale lItalia parteciperebbe nel ruolo di aggressore. E che quindi i suoi militari non si possono accomunare a quanti sono morti senza vestire una divisa. Benzi invece punta proprio la sua mozione sulla «considerazione che tutti abbiano pari dignità nella tragica morte» e sulla necessità «di assicurare alla storia della nostra città le vittime di tanta barbarie, affinché i posteri siano a conoscenza di quanto avvenuto».
Resta la considerazione che nel corso del consiglio comunale di martedì, la sinistra è riuscita a citare più volte persino «il funzionario dei servizi segreti» Nicola Calipari usandolo come scusa per non votare lapprovazione di una strada a Fabrizio Quattrocchi.
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