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Stessa spiaggia e stesso mare: così dagli anni Sessanta qui è la villeggiatura

Vip e famiglie importanti si trasferiscono per la «stagione» in villa alla ricerca di quiete e vecchie emozioni. Perché a Forte tutto cambia ma resta com'è...

Stessa spiaggia e stesso mare: così dagli anni Sessanta qui è la villeggiatura
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Chiariamo subito: al Forte i milanesi non vanno in vacanza. Il Forte è casa. La seconda, o la terza o la quarta dopo quella al lago, in montagna o chissà dove. Che poi casa... dai! qui è la villa con il parco e la piscina, per parecchi - e fortunati - di famiglia. Stirpi di Fortissimi blasonati (o anche no) col solito Sapore di mare dagli anni Sessanta in poi. Per gli altri affittata. Per tutta la stagione, fra i 70 e i 150mila euro, come acquistare un monolocale nella prima periferia milanese. Ma Forte è Forte. E i milanesi qui sono ancora e da sempre i villeggianti. Partono a giugno con l'auto già carica all'uscita della scuola di valigie, bambini, tate, cani, pronti a piazzarsi sotto la tenda degli storici bagni e riemergere a settembre inoltrato, con il solito dubbio condiviso davanti allo spaghettino con le arselle: arrivare il giorno prima dell'inizio della scuola, oppure anticipare il rientro di qualche giorno per riabituarsi alla città? «Tutto è cambiato perché tutto rimanga uguale, gattopardesca ma vera» sorride Roberto Santini, proprietario del bagno «Piero» sempre appartenuto alla stessa famiglia che ora gestisce anche «Le Boe» l'angolo chic quanto basta per l'aperitivo tappa d'obbligo per i vacanzieri cittadini. «I milanesi - dice - sono il miglior cliente di Forte e sono quelli che dettano la linea». Che è chiara e visibile e suona meglio in inglese: understatement. «Non sfoggiano, niente showoff russo degli anni '90, qui vengono famiglie importanti ma che vivono l'estate fuori dai riflettori senza ostentazione. Gli anni passano ma il rito resta. E la sfida di Forte è di far ritrovare quelle emozioni assaporate fin da bambini». Spaghetti con le arselle, le focaccine di Valé con il sale che scricchiola (anche se ormai è passato di mano), la bicicletta ad ogni ora del giorno e della notte per andare a cena, all'aperitivo o anche in discoteca alla vecchia Capannina o al Twiga sul confine con Marina di Pietrasanta. Una sfida non da poco visto che le grandi firme hanno conquistato ogni angolo del paese e sono ora pronti a sbarcare anche in riva al mare brandizzando teli, lettini e registe. Non c'è più la Veneta col suo gelato alla patata, si è arresa ai brand la Teresona, resiste Giovanni lo zoccolaio e non invecchia mai Orlando, solito bancone, solita focaccina (la classica: prosciutto crema di formaggio e pomodoro), stesse panchette a forma di funghetto da 50 anni celebrati senza troppa enfasi lo scorso anno. «Il tempo è inarrestabile e sarebbe assurdo pensare che Forte non cambi, ma se il contenuto è cambiato il contenitore è lo stesso», dice il sindaco Bruno Murzi che ammette qualche volta di utilizzare una «moral suasion un po' aggressiva nel senso di decisa» per mantenere la stessa qualità della vita. Significa ad esempio che i negozi devono garantire di stare aperti tutto l'anno. Promessa che ha dovuto fare anche il gruppo Marchesi-Prada che ha ristrutturato il vecchio Caffè Principe in centro, oppure gli alberghi non più alti di 13 metri e 80 per non può nascondere lo spettacolo delle Alpi Apuane, altro vanto della Versilia. Che poi, pure gli alberghi erano le vecchie ville di famiglia. L'Augustus per esempio apparteneva agli Agnelli quando vestivano alla marinara. E il Byron appena ampliato, venne costruito ai primi del 900 dal duca di Zoagli Jose«Pepito» Ceferino Canevaro, personaggio internazionale dallo spirito libero ed anticonvenzionale e diventato ritrovo per il bel mondo di allora, famiglia Savoia inclusa. Tutto cambia e resta com'è. Anno dopo anno ai 7500 fortemarmini d'estate si aggiungono in contemporanea 50mila vacanzieri, per un giro di turisti a fine stagione di 800mila persone. I nomi? Tutti quelli che vi vengono in mente. Da qui ci sono passati e ci passano tutti. Li trovi il mercoledì all'alba tra i banchi del mercato ma anche da «Zoe» su a Pietrasanta dopo il giro tra le gallerie d'arte o a cena da Giacomo che si è allungato da Milano fin qui, così come il Baretto (al bagno Roberto) e Peck che ha scelto la qualità di Filippo-a-Pietrasanta per la sua gastronomia a Forte (freschi di inaugurazione). Le rotte sono quelle. E le facce pure. Cena su alla Candalla o giù, da «Gilda» o da «Lorenzo» sapendo di trovare Lorenzo o la figlia Chiara.

E a un certo punto quando il villeggiante è un po' stufo del mare ci sono sempre gli incontri in Versiliana o a Villa Bertelli, il bagno alle Polle di Malbacco (quest'anno instagrammati pure dalla Ferragni) oppure la gita alle Cave di marmo. Finchè non scocca la fine. Che ha una data. 28 agosto S'Ermete. Gli ultimi fuochi dell'estate.

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