Leggi il settimanale

«Gli stipendi differenziati servono al Sud»

Raffaele Fitto, ministro per i Rapporti con le Regioni, come ha detto il presidente Berlusconi al «Giornale» sulle «gabbie salariali si è montata una «polemica assurda».
«Si è costruita una falsa polemica sulla quale si è poi montato un dibattito che non ha riscontro nella realtà. Berlusconi è stato chiaro, non c’è da aggiungere altro».
Il ministro Zaia ha anticipato che Bossi a settembre presenterà una propria proposta.
«Un governo deve mettere a punto le regole entro le quali le parti sociali si confrontano e trovano intese sulla contrattazione. Il ministro del Welfare Sacconi sin dal primo giorno si è messo al lavoro e l’accordo di gennaio dà una risposta chiara: si supera la rigidità della contrattazione centralizzata lasciando campo alla libera contrattazione decentrata, legata alla produttività e al costo della vita».
Una «fuga in avanti» della Lega?
«Questa discussione è fuori dal contesto: basta verificare nei prossimi mesi i nuovi contratti e lì ci sarà la risposta. Quello della Lega è un modo per rappresentare con forza posizioni di una parte che nel governo trovano una sintesi».
La contrapposizione Nord-Sud è fittizia?
«Da una parte c’è la necessità di un intervento strutturale. Dall’altra il bisogno di una strategia complessiva e di un governo che regga la sfida. Le istanze dei ministri vengono portate a sintesi da Berlusconi».
Il «partito del Sud» ha ragion d’essere?
«Nel governo c’è una visione e un programma. Chi parla ai singoli territori corre il rischio di estremizzare».
Quindi?
«Il “partito del Sud” è la risposta più sbagliata. Maggiori rivendicazioni e maggiori contrapposizioni con il Nord danno la stura a chi rappresenta o ritiene di rappresentare le istanze settentrionali. È una polemica inutile: se al Sud pensano di chiedere soldi senza fare autocritica, sbaglierebbero ancora una volta. Bossi ha preso atto positivamente delle iniziative per il Sud. Anche sul tema del federalismo fiscale siamo partiti da posizioni iniziali molto “spinte” a un provvedimento che è un toccasana per il Mezzogiorno».
Il Pdl è la sintesi, dunque?
«Il Pdl oggi è l’unico vero grande partito nazionale che riesce a fare sintesi delle istanze dei territori e questa è la sfida che il governo ha davanti e su questo ci confronteremo realizzando il programma di governo del centrodestra che si regge su due gambe: federalismo, per il quale sono in arrivo i decreti attuativi, e rilancio del Sud con un piano ad hoc».
Insomma, nessuna «retromarcia» come dice Franceschini?
«Il Pd può fare sintesi solo in polemica con Berlusconi vista la diversità di opinioni al suo interno. Il governo che ci ha preceduto faceva una retromarcia al giorno chiamando la legge Biagi con un numero per evitare la crisi».
Lei può garantire che Agenzia e Banca per il Mezzogiorno non saranno il solito carrozzone?
«Il fatto che Berlusconi si assuma la responsabilità dell’Agenzia è la migliore garanzia che si vuole voltare pagina e che non c’è bisogno di carrozzoni che hanno fatto male al Mezzogiorno. Si verificheranno concretamente le risorse e gli strumenti. Le anticipazioni di Tremonti sul nuovo istituto, poi, vanno nella strada giusta: coinvolgere il credito cooperativo significa che sul fronte dell’accesso al credito si aggiunge anche la conoscenza del territorio».
Se l’anno prossimo non ci fossero le elezioni regionali, forse tutto questo non sarebbe accaduto.
«Le contrapposizioni territoriali creano scontri e slogan e allontanano il merito della discussioni. Le regionali non ci aiutano ma ci spingeranno a dimostrare che il governo è attento alle esigenze di tutti e che i provvedimenti vanno nella giusta direzione».
A proposito, l’incontro con Pier Ferdinando Casini dell’Udc a Serra degli Alimini è propedeutico a un’alleanza?
«Conosco Casini da molto e ho l’abitudine di incontrarlo ogni anno in Salento. Nessun retroscena. Certo, tra Berlusconi e Casini non si può non cogliere una comunanza sul tema del Sud in merito al fallimento delle politiche finora adottate e alla necessità di cambiare la classe dirigente. Potrebbe essere una buona base di confronto».


L’Udc non potrebbe bilanciare una maggioranza che appare sbilanciata verso il Centro-Nord?
«Ecco, “appare”. Io mi attengo ai provvedimenti adottati finora e colgo la giusta sintesi anche se ognuno spinge sulla propria parte. In prospettiva delle regionali va comunque condotta una verifica per un dialogo».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica