Stipendi da nababbi per i 945 parlamentari

Caro Granzotto dato che fanno un gran parlare (loro, cioè i vari Prodi, Fassino, Visco e TPS) degli sforzi e dei sacrifici che il Paese deve fare, troverei giusto pubblicare un bell'articolo che spieghi a noi poveri scemi quanto guadagnano loro, i salvatori della patria, e i loro compagnucci di merende, tipo segretari e pezzi grossi dei sindacati, mettendo ovviamente nel calcolo stipendi, indennità, benefit e quant'altro, e per che cifretta in euro si sforzeranno (loro) per il salvataggio della patria...
Cordiali saluti


Bè, il gesto l'hanno fatto, caro Famos. Intendo dire che dalle loro prebende i 102 ministri e sottosegretari del governo Prodi un tot, un totino, se lo sono tagliato. Un totino che vuol essere, come ha tenuto a precisare testa quedra, solo un «segnale», né più né meno che un «segnale». Sa, un ministro si porta a casa 82mila euro l'anno, un vice ministro se ne porta 74mila e il capobanda, Prodi, 123mila. Mica bruscolini. Naturalmente a quella indennità di servizio si cumula la paga nuda e cruda di parlamentare (un 75mila euro sborsati, per non far torto a nessuno, anche a chi parlamentare non è) o introiti d'altra origine. Oltre naturalmente gli annessi e i connessi, ossia una sfilza di benefici e privilegi che nemmeno Maometto VI detto «il cacciatore», l'ultimo sultano ottomano, se li sognava. Pertanto, se lo Schioppa ha stabilito che ricco è chi guadagna 30mila euri all'anno, di quei bei tomi del governo possiamo tranquillamente dire che sono straricchi. Dei nababbi.
Il Palazzo vive nella grascia, caro Famos. Non si fa mancar nulla. Pensi che solo per approvvigionare di articoli sanitari i cessi del Senato, le saponette, la carta igienica, eccetera, spendiamo, perché son soldi nostri, di noi contribuenti, due milioni e 200mila euro ogni anno. Idem per la Camera. Noi non siamo i tipi che stanno a guardare il capello, vero caro Famos? E se c'è una cosa che ci piace sapere è che i rappresentanti del popolo sovrano dispongano di quanto utile allorché, spintivi da necessità fisiologiche, si chiudono nei luoghi indicati. Ma quanta roba gli serve, porcaccia di una miseria? Anche se si riforniscono di sapone da Penhaligon's in Wellington Street quattro milioni e 400mila euro fan otto miliardi e mezzo di lire e con otto miliardi e mezzo ci si compra il Koko, lo yacht che illustrava lo sghignazzo di Rifondazione comunista «Anche i ricchi piangano». E poco conta che in quella stratosferica cifra sia compresa la pulizia dei locali. Potranno essere - e certamente lo sono, visti i risultati - dei sudicioni, ma cosa diavolo combinano là dentro i nostri parlamentari se poi per tirare a lustro quello che hanno sporcato il cittadino contribuente deve scucire una tale barca di soldi? Ecco dove poteva andare a far cassa, lo Schioppa: a Palazzo Madama e a Montecitorio che ci costano, euro più euro meno, un miliardo all'anno, 200mila euro (la retribuzione di quasi tre «ricchi») solo per la cura delle guide rosse.
Essendo i parlamentari in numero di 945, facendo due conti ciascuno di essi vale, patrimonialmente, un milione 58mila 201 euro.

Cifra rispetto alla quale la mente vacilla. Cosa dice caro Famos, piangono, come vorrebbe Bertinotti? (Non c'entra niente, lo dico così tanto per dire, ma chissà a quanto la mettono, alla bouvette la Coca?)
Paolo Granzotto

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