Stop agli scandali I commissari Ue dovranno mettere la testa a partito

Niente più amanti, mogli o parenti nelle stanze dei «ministri» Ue. E stop ai conflitti di interesse, ai regali facili o alle carriere politiche costruite grazie all’ufficio di Bruxelles. La Commissione europea ha varato un nuovo «codice di condotta» per i commissari. Un’iniziativa che ha riscosso un consenso unanime. Scopo dichiarato: «Rafforzare il quadro etico», «Spingere sulla trasparenza».
Secondo i portavoce che lo hanno presentato il nuovo codice è «il più rigoroso per chi deve ricoprire incarichi pubblici». Aggiorna il precedente, varato nel 1999 e rivisto nel 2004, allungando da 12 a 18 mesi il «periodo di raffreddamentò (ovvero il tempo in cui gli ex commissari non possono avere attività collegate alla Ue), impone una revisione annuale della dichiarazione di interessi, prevede regole più strette per viaggi e regali, dispone che i commissari che vogliono partecipare a campagne elettorali (come pare possa essere il caso del finlandese Olli Rehn) debbano prendersi un periodo di aspettativa non pagato.

Ma soprattutto afferma »l’esclusione di congiunti, partner e membri diretti della famiglia dai gabinetti dei commissari«.
Una norma che sembra scritta in ricordo degli scandali suscitati da Gunter Verheugen o Edith Cresson.

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