Prima di dire la loro, le associazioni dei commercianti vogliono vederci chiaro. Studiare il carteggio, capire cosa prevede in concreto il decreto che porrà sotto tutela piazza Campo de Fiori, per poi sollecitare un incontro con il ministro per i Beni culturali e il sovrintendente Marchetti per avviare un percorso comune.
«Certo, esprimiamo il nostro rammarico per aver saputo di questa decisione solo a cose quasi fatte, e dalle pagine dei giornali lamenta Liborio Pepi, presidente della Fiepet Confesercenti -. Avremmo preferito che ci fosse stato un tavolo di concertazione con tutte le categorie, senza prendere in considerazione solo le richieste dei residenti, ma ascoltando anche il parere degli operatori». «È ora di finirla incalza Pepi , nessuno protegge gli abusivi ma bisogna anche tenere a mente che ci sono esercenti che con i loro sacrifici hanno creato posti di lavoro e hanno ripulito zone di Roma dove regnava la microcriminalità. Ogni volta che una zona ha successo, cè sempre qualche buon motivo per tornare indietro...».
Insomma, i ristoratori aprono al dialogo ma si dicono stanchi del clima da «crociata» che ogni anno li investe nel periodo della bella stagione. Non contestano lelevazione di Campo de Fiori ad area culturalmente protetta, ma rivendicano criteri uguali per tutti. «Il mio locale è in regola si sfoga un commerciante -, pago con assiduità le tasse e rispetto i limiti della concessione. Nonostante tutto, ogni anno devo sopportare ogni genere di ingiurie solo perché cè qualche residente eccellente che riesce a catalizzare unattenzione assolutamente sproporzionata. Se si penalizza il commercio lamministrazione finirà col doversi cospargere il capo di cenere di fronte ai dati sulloccupazione a Roma, che subirebbero un tracollo».
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