Assente alla cena organizzata da Silvio Berlusconi, mercoledì, con i principali banchieri italiani, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha aspettato un giorno per far sapere la sua. Specialmente sul tema del controllo dei prefetti sul credito: gli osservatori presso le prefetture non possono rivolgersi direttamente alle banche né ottenere cifre disaggregate sui prestiti concessi dai singoli istituti. Draghi sostiene che saranno le filiali di via Nazionale «a corrispondere alle esigenze informative delle Prefetture fornendo dati aggregati a livello territoriale e per settore di controparte». Così si legge, secondo l'agenzia Agi, in un messaggio amministrativo inviato a tutti i responsabili locali di Bankitalia.
Del resto Draghi era assente anche perché presidente del Financial Stability Forum, che si è riunito ieri a Londra. Vulnerabilità nei mercati, le politiche per affrontarla, con la necessità crescente di azioni coordinate, che siano «coerenti e aggressive»: questo il cuore delle discussioni londinesi, dove è emersa la decisione di accogliere tra i membri del Forum anche i paesi del G20 che attualmente non ne fanno parte. «Si tratta di Argentina, Brasile, Cina, Russia India, Indonesia, Corea del Sud, Messico, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia», ha detto Draghi. Parimenti invitati sono Spagna e Commissione europea, già dal prossimo incontro.
E il governatore, alla domanda su quale area del mondo preoccupi di
più, ha criticato una certa lettura della crisi nei nuovi paesi Ue: «I
paesi dell'Europa centrale non hanno tutti lo stesso livello di
rischio, alcuni sono più a rischio, altri meno. È un errore metterli
tutti in un mucchio, e considerarlo a rischio nello stesso modo». In
ogni caso, è stato osservato nel corso dell'incontro londinese, «le
debolezze perduranti nei sistemi finanziari, nell'economia reale, nelle
economie avanzate e in quelle emergenti continuano a rendere necessarie
misure e risposte aggressive e coerenti». I membri dell'Fsf si sono in
particolare detti d'accordo con le recenti affermazioni della
Commissione di Basilea, osservando che è giusto non aumentare i
requisiti minimi di capitale per le banche in questa fase di stress.
Nel frattempo, si preparano gli strumenti per il futuro, cercando di
affrontare le crisi con maggiore tempestività.
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