Stop alla movida, il Comune vieta l’apertura di nuovi locali

Movida, si cambia. Il Comune ha deciso di dare in giro di vite alle notti milanesi e, insieme all’Unione del Commercio, sta mettendo a punto un nuovo regolamento per fissare un tetto alle licenze dei locali nelle zone più calde della città. Nonostante la legge Bersani consenta di aprire un’attività in qualsiasi momento, Palazzo Marino ha la facoltà di stabilire un limite massimo di licenze in rapporto al numero di abitanti. «Attualmente basta presentare una dichiarazione di inizio attività produttive e avere i documenti in regola per alzare la serranda - spiega l’assessore alle attività produttive, Giovanni Terzi -. Ma così ci sono troppe aree che sfuggono al nostro controllo, dove la situazione è diventata invivibile, dove si concentrano bar e pub senza soluzione di continuità in poche centinaia di metri». Per avere un’idea, basta guardare i numeri: all’Arco della Pace e nelle vie limitrofe ci sono trenta locali, un centinaio lungo le due sponde dei Navigli, una quarantina in Ticinese nella zona intorno alle Colonne e sei soltanto in via Vetere, 40 in corso Como e dintorni. In settimana Terzi convocherà un tavolo con Arpa e vigili per verificare di persona la situazione nelle aree della movida.

Obiettivo: tolleranza zero con pub e club che non rispettano i limiti orari per la musica dal vivo e i limiti dei decibel. Cosa si devono aspettare quindi i gestori dei locali? Controlli più severi da parte di annonaria e vigili e sanzioni per i recidivi come la chiusura o la sospensione della licenza.

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