Massimo Malpica
da Roma
Linfluenza aviaria arriva anche in Italia, uccidendo venti cigni in tre regioni del Sud. La temuta notizia rimbalza dalle agenzie prima delle dieci di mattina di ieri, quando il ministero della Salute diffonde un breve comunicato di Francesco Storace: «Sono in corso accertamenti in Italia su probabili casi di aviaria nel nostro Paese». A far scattare lallarme, il rilevamento di un ceppo «altamente patogeno», quindi pericoloso anche per luomo, del virus H5N1 su alcuni cigni reali ritrovati in Sicilia, Calabria e Puglia. Le tre regioni attivano misure di sicurezza, e nelle province interessate scatta il blocco della movimentazione di carne o animali, previsto dallordinanza firmata ieri dallex governatore del Lazio, che martedì pomeriggio riferirà in Parlamento sulla situazione.
Lo stesso ministro invita «a non alimentare psicosi», ricordando che per lOrganizzazione mondiale della sanità «il virus non ha compiuto nessun salto di qualità che lo renda in grado di trasmettersi da uomo a uomo». Insomma, «esiste una relativa tranquillità per la salute umana mentre esistono motivi di preoccupazione per quella veterinaria», dice Storace, che insiste: nel nostro Paese il pollame è sicuro: «Se fossimo preoccupati saremmo i primi a dirlo, perché nessuno vuole avere la responsabilità di non avere avvisato i cittadini».
Ma ovviamente la spiacevole novità riaccenderà la paura del «virus dei polli» che ha già abbattuto i consumi. Quanto al vettore, «il numero esatto dei cigni morti è venti più uno ammalato», spiega Storace al termine della riunione dellUnità di crisi del ministero, che domani tornerà a incontrarsi con i rappresentanti delle tre regioni coinvolte. La task force di esperti ha fatto il punto sulle contromisure da adottare per contenere il fenomeno, tracciando le linee guida dellordinanza arrivata poche ore dopo. «Fra i venti cigni - prosegue il ministro, che in mattinata ha informato anche il Consiglio dei ministri e il presidente Ciampi - quelli morti per lH5N1 sono in tutto cinque, e riguardano uno la provincia di Taranto, uno la provincia di Vibo Valentia, tre le province di Messina e Catania. Cè inoltre un caso di cigno sospetto a Lecce, ma ancora non abbiamo conferme dal centro di riferimento nazionale di Padova». E dalle controanalisi effettuate venerdì e ieri mattina nel laboratorio veneto sugli altri 15 cigni, per almeno tre viene esclusa linfluenza aviaria come causa della morte, «mentre per gli altri - prosegue Storace - stiamo ancora aspettando gli esiti degli esami».
Così in serata il ministro, che ha riferito di un clima di «massima collaborazione» con i presidenti della Regione Puglia e della Regione Calabria, Nichi Vendola e Agazio Loiero, e con lassessore alla Sanità della Sicilia, Pasquale Pistorio, ha emesso lordinanza con le misure conseguenti allarrivo del «virus dei polli» nel nostro Paese. Il provvedimento è stato inviato a tutte le Regioni, alle Prefetture delle province colpite dal virus, allOrganizzazione per la salute animale (Oie) e allUnione Europea. Oltre a suggerire «misure di profilassi» per quanti hanno avuto contatti con uccelli morti o vivi a rischio contagio (sono già disponibili 170mila dosi di antivirali, e se ne aggiungeranno altre 50mila a marzo), lordinanza di Storace detta le misure per i controlli. In ogni zona colpita i sindaci e i responsabili delle Asl dovranno preparare la lista degli allevamenti presenti. Il raggio di tre chilometri dal punto di ritrovamento dellanimale infetto con il ceppo ad alta patogenicità sarà l«area di protezione»: tutti gli allevamenti della zona dovranno essere sottoposti a controlli ed è previsto un blocco delle movimentazioni di carni o animali per 30 giorni. Meno strette le verifiche nell«area di sorveglianza», tra i 3 e i 7 chilometri di raggio, dove il blocco durerà 21 giorni.
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