Trieste - Francesco Storace attacca il presidente della Repubblica Giorgio napolitano per le critiche gli ha rivolto sul caso del voto della senatrice a vita Rita Levi Montalcini, ed esplode una violenta bufera politca. "Il presidente della Repubblica Napolitano non ha titoli per distribuire patenti etiche", ha detto Storace, a Trieste, definendo "molto gravi" le affermazioni del presidente sul caso Montalcini". Per Storace sono due le ragioni per le quali le affermazioni di Napolitano sono gravi. "La prima - ha spiegato - per le ragioni che riguardano la storia personale del presidente che ancora deve farsi perdonare; la seconda per quelle che riguardano l'atteggiamento nepotistico delle istituzioni e per l'evidente faziosità istituzionale. Napolitano - ha affermato Storace - difende chi lo vota contro chi non lo ha votato". "Credo che sia Napolitano, viste le posizioni che ha assunto, a meritarsi la patente di indegnità. Anche perché si muove a sostegno di una senatrice importante, per la quale il governo nella finanziaria ha stanziato tre milioni di euro ad personam. Nobel o non nobel - ha detto - i ricatti sono ricatti. Se dovessi scherzare - ha concluso Storace - dovrei considerare improbabile che il Capo della 'casta' mandi i corazzieri a sedare i tumulti a Villa Arzilla".
Bertinotti: "Parole incompatibili con la civiltà politica" "La dichiarazione del senatore Storace - scrive in una nota il presidente della Camera - è incompatibile con la civiltà politica". "La questione che si pone - aggiunge Bertinotti - non è di buona educazione, essa investe i fondamenti della convivenza civile della Repubblica". "La Costituzione Repubblicana - dice ancora - non a caso nata dalla lotta di liberazione contro il fascismo, attribuisce al Capo dello Stato il ruolo di garante e rappresentante della Repubblica. Tutta la Costituzione materiale che ne è seguita in tutti questi anni, ha sempre coerentemente consentito che anche le posizioni del Presidente della Repubblica potessero essere criticate. Mai ne ha permesso l'oltraggio e il vilipendio. Con le sue affermazioni Storace si configura come estraneo allo spirito della Repubblica". "Giorgio Napolitano - sottolinea Bertinotti - questo spirito ha interpretato e interpreta guadagnandosi il rispetto di tutti ed essendo da tutti riconosciuto come il Presidente della nostra Repubblica. Il Capo dello Stato - conclude - conosce i canoni della civiltà e il dettato di questa Repubblica di cui è stato uno dei costruttori. Storace no".
Marini: "Comportamento inaccettabile" "Da Storace un comportamento assolutamente inaccettabile", afferma il Presidente del Senato Franco Marini che manifesta la solidarietà dell'assemblea di Palazzo Madama e sua personale a Napolitano. Nella storia istituzionale italiana, anche nei momenti di maggiore scontro politico, che non sono certo mancati - scrive Marini nella sua dura nota - non eravamo mai giunti al superamento di ogni limite nell'attacco alla suprema magistratura del Paese come accaduto con le affermazioni del senatore Storace, palesemente ingiuste e assolutamente non veritiere. Mi dispiace dirlo, mi dispiace prenderne atto - rileva - ma con questo episodio si è abbondantemente oltrepassato il confine di una corretta dialettica politica". "Proprio in un momento in cui i cittadini chiedono sobrietà e responsabilità alla politica - ribadisce il presidente del Senato - si deve registrare un comportamento assolutamente inaccettabile".
Prodi: "La Cdl condanni" Anche Romano prodi scende in campo contro Storace e difende il Quirinale. "Le parole irrispettose e irresponsabili pronunciate oggi da Francesco Storace nei confronti del Capo dello Stato - dice - impongono una decisa presa di distanza da parte di tutte le forze politiche. Mi auguro di sentire presto anche da parte del centrodestra una ferma condanna ad un attacco sconsiderato e ingiusto rivolto alla massima autorità dello Stato garante delle nostre istituzioni democratiche".
Alemanno: "Il Capo dello Stato non si critica" "Si evita di criticare il capo dello Stato anche quando dice cose che non convincono". Gianni Alemanno, durante il corteo della manifestazione di Alleanza nazionale contro il Governo risponde così a chi gli riferisce le parole pronunciate da Francesco Storace nei confronti di Giorgio Napolitano. "Il problema dei senatori a vita c'é ed è grave - aggiunge Alemanno - ma non bisogna scendere a insulti per affrontarlo".
Storace: "Se mi prendono a calci rispondo..." Contrattacca e si difende a tutto campo dalle dure accuse, il leader di La destra: "Se il Presidente della Repubblica prende a calci un senatore, si becca la risposta. Non é intoccabile". "Io ho semplicemente detto la verità - ha aggiunto Storace - e cioé che è politicamente immorale che il governo si regga con i senatori a vita. Tutto questo merita l'appellativo di 'indegno' da parte del presidente della Repubblica? Io credo che il capo dello Stato non sia intoccabile e chi si ritiene intoccabile - ha proseguito - vuol dire che è affetto da amor di casta". Storace ha quindi ricordato l'articolo 21 della Costituzione, "che penso - ha proseguito - valga anche per me. Non è che se l'aggettivo 'indegno' lo usa contro di me il Presidente allora é un complimento, mentre se lo uso io contro di lui è un insulto. Dobbiamo metterci d'accordo sulla lingua italiana". Riguardo alle critiche dei vertici dello Stato, quindi, Storace ha affermato di vedere "una indignazione fasulla. Si tratta di un gioco delle parti. Sono intervenuti Napolitano, Marini, Bertinotti, Prodi, manca solo il segretario generale dell'Onu. Se pensano di scatenare la casta contro di me, si trovano tanta gente contro". Nella storia della Repubblica - ha aggiunto - non è mai accaduto che il Presidente abbia attaccato un parlamentare in questo modo".
A Gianni Alemanno, che lo ha redarguito dicendo che il presidente della Repubblica non si può attaccare, Storace ha replicato che "un tempo diceva che il Duce ha sempre ragione. Ora ha cambiato idea e dice che è il presidente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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