Storia dell'oro matto I bijoux di ieri e di oggi

Al salone dell'antiquariato in vendita anche pezzi unici di Skakespeare e della Thatcher

Margherita Tizzi

«Ed anch'io, per non essere antiquata, mi metterò un gioiello», scriveva Emily Dickinson. Più democratica la bigiotteria, che, soprattutto in tempo di crisi, piace perché alla portata di tutti. Originali, per l'ampia gamma dei materiali impiegati, per l'abilità artigiana, i bijou hanno raggiunto livelli prestigiosi nel nostro paese, anche grazie alla scoperta del placcato oro, inventato da Giulio Galluzzi a Casalmaggiore (Cremona) nel 1882. Ed è il bijou il protagonista di «L'Oro Matto e il gioiello-fantasia nella prima metà del Novecento», (Padiglione 4), la collaterale che oggi apre Mercanteinfiera (fino al 5 marzo) alle Fiere di Parma, l'appuntamento internazionale di antiquariato, design e collezionismo vintage.

L'esposizione, in collaborazione con il Museo del Bijou di Casalmaggiore (www.museodelbijou.it), presenta oltre 100 pezzi in placcato oro, leghe metalliche, materiali plastici, paste di vetro e finte pietre. A brillare sono la precisione dell'esecuzione e la fantasia degli accostamenti, un intreccio di stili e tecniche visto, per esempio, in gemelli da polso e sautoir in perle di vetro murrino e spille a «trina» di gusto edoardiano. Insomma, ancor più che l'alta oreficeria, la bigiotteria accompagna le evoluzioni del tempo: così in mostra compaiono il famoso «oiseau en cage»(uccellino in gabbia) di Cartier, disegnato da Jeanne Toussaint nel 1940, in occasione dell'occupazione nazista di Parigi; le collarette, nate per esaltare le generose scollature degli abiti da cocktail; la copia della sontuosa collana di Bulgari che Richard Burton comprò per Liz Taylor (1964).

Il racconto, quasi naturalmente, scivola verso la seconda collaterale, «ll mare sorride da lontano: dipinti, incisioni, manifesti e oggetti intorno all'immaginario del mare» un percorso a tappe ideato dal team del Museo di Palazzo Reale di Genova. Le mostre di Mercanteinfiera arricchiscono una manifestazione (45000 metri quadrati di superficie) che quest'anno conta mille espositori (20% stranieri). Gli oggetti unici in vendita? La bicicletta guidata da Donald Sutherland nel film Novecento di Bernardo Bertolucci; la cazzuola per la posa della prima pietra regalata da Margaret Thatcher a un'azienda inglese; e la sezione del melo appartenuto a Shakespeare, conservato in un contenitore di ottone con tanto di descrizione.

Non manca l'antiquariato più prestigioso (troumeau, porcellane, ebanisteria settecentesca) e

il padiglione (6) dedicato al modernariato, vintage e gioielleria, con accessori iconici di Louis Vuitton, Hermes, Pucci e Chanel, per citarne alcuni. E per chi non riesce ad andare a Parma c'è atelier.mercanteinfiera.it.

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