Politica

«Storia e movida» L’altra Spagna è tutta da scoprire

È un paese sempre più intrigante. Dalla selvaggia Estremadura al paesaggio lunare dell’Almeria tutte le curiosità nella guida National Geographic in edicola da oggi con «il Giornale»

Roberta Pasero

Dimenticate il vecchio stereotipo degli spagnoli, lui cappello da gaucho e aria tenebrosa, lei sguardo sensuale e chiome corvine, lui nell'arena della corrida, lei sul palco per un flamenco. Cose d'altri tempi, cose da cineteca, oggi i 40 milioni di cittadini che animano la penisola iberica, dai Paesi Baschi alla Catalogna, dalle Asturie all'Andalusia, dalle Baleari alle Canarie, vivono le contraddizioni delle tante identità regionali che la compongono, inseguono i sogni del separatismo, pur mantenendo il medesimo sangue caliente e il gusto per l'eccentricità, per la fiesta e la movida.
Un Paese intrigante, tutto da scoprire, al di là delle consuete apparenze, sfogliando le quattrocento pagine della Guida Traveler di National Geographic dedicata alla Spagna, che i nostri lettori troveranno in edicola da mercoledì 3 maggio (a 7 euro e 90 oltre il solito prezzo del quotidiano). Da dove cominciare a raccontare una nazione antichissima, raccontata anche dagli stili architettonici sinonimo del susseguirsi delle civiltà, dalle popolazioni provenienti dall'Africa attraverso lo stretto di Gibilterra ai Celti, dai Fenici ai Romani, dai Visigoti agli Asburgo che nel corso dei secoli hanno forgiato l'animo del Paese? Dal luogo meno convenzionale in una terra di mare, il deserto. Quello della provincia di Almeria, dove il paesaggio lunare rischiarato da una luce abbagliante è interrotto soltanto da qualche cactus e da poche palme, dove, in questa piccola Hollywood iberica, è ancora possibile visitare i set degli spaghetti-western firmati da Sergio Leone, da Per un pugno di dollari a Il bello, il brutto e il cattivo e dove David Lean ha girato parte di Lawrence d'Arabia, proprio qui, in uno scenario che richiama fortemente quello del west americano.
Ma gli itinerari proposti dalla guida spaziano dall'uno all'altro dei quattro punti cardinale, attraverso dettagliate descrizioni di luoghi più o meno conosciuti, approfondimenti culturali, informazioni generali, ma anche cartine degli itinerari pedonali e automobilistici, molte planimetrie e oltre trecento splendide fotografie a colori. Si va dal misticismo di Santiago de Compostela alla bucolica Estremadura, dalla bellezza selvaggia della Galizia ai multiformi Pirenei, dai pueblos blancos nel parco della Sierra de Grazalema alle spettacolari formazioni rocciose di El Torcal, in Andalusia. Però, com'è consuetudine, nella guida di National Geographic c'è spazio per molto altro: per i consigli di lettura, per esempio, che sulle tracce letterarie dei più celebri autori contemporanei invita a mettersi in valigia autentiche pietre miliari per imparare a conoscere il cuore della Spagna, che siano i classici Per chi suona la campana e Fiesta di Ernest Hemingway, o L'indole spagnola di Pritchett, un ritratto della Spagna attraverso gli abitanti, i paesaggi, la storia e i miti, o A sud di Granada di Brenan, cronaca di vita rurale tra le due guerre.
E poi via con altre curiosità, quelle enogastronomiche, per esempio: di pagina in pagina si scoprirà anche che lo sherry, «patrimonio» di Jerez de la Frontera, è un liquore di origine fenicia e che gli arabi, non potendolo bere per via del Corano, lo utilizzavano a scopo terapeutico, ma si saprà anche dove acquistare i sacchetti con gli ingredienti per cucinare la fabada, la tipica carne stufata dell'Asturia e che itinerario seguire per girovagare tra i vigneti della Rioja, nella Spagna nord orientale da cui si ottiene un vino prestigioso con un leggero aroma di vaniglia.

Inebriante come lo è il seguire le tracce dei cavalieri erranti che secondo l'estro di Miguel de Cervantes avanzavano al trotto per le pianure della Mancha tra le sagome dei mulini a vento che nell'immaginazione di Don Chiosciotte diventavano misteriosi giganti.

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