La storia/2 Le meteore del governo

RomaNeanche il tempo di sedersi un po’ più comodi nella poltrona e già si devono alzare. Sono gli ultimi arrivati nel governo di centrodestra, quelli che hanno abitato le stanze del potere per una manciata di settimane e che adesso si vedono costretti a mollare, bruciati dalla crisi.
Sono due i ministri che hanno ballato una sola estate. Hanno giurato davanti al presidente della Repubblica la loro fedeltà alla Costituzione appena il 28 luglio scorso Francesco Nitto Palma e Anna Maria Bernini.
Il primo andava a sostituire Angelino Alfano, che dalla poltrona di Guardasigilli era stato dirottato alla segreteria del Pdl per rilanciare il partito. La Bernini invece prendeva il posto di Andrea Ronchi alla Politiche comunitarie. Ronchi si era dimesso nel novembre del 2010 in seguito alla rottura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e alla diaspora dei finiani, sfociata nella nascita del gruppo Futuro e libertà. La poltrona del dicastero senza portafoglio era rimasta così vacante per più di un anno.
Piuttosto breve anche l’avventura del gruppetto di neosottosegretari e viceministri nominati nel maggio scorso. Ancor più breve quella dei nominati nel Consiglio dei ministri del 17 ottobre scorso. Questi ultimi davvero non avranno fatto in tempo neppure a riempire i cassetti dei loro uffici e dunque almeno avranno il vantaggio di avere meno oggetti da mettere negli scatoloni per il trasloco.
In queste ultime due infornate di nomine spiccava fra gli altri il nome di Catia Polidori. La bionda perugina sembrava aver abbracciato con entusiasmo il progetto di Fini entrando fin dall’inizio nel gruppo del Fli. La Polidori però, sorprendendo il suo gruppo, in occasione del voto di fiducia il 14 dicembre del 2010 si schierò a favore del governo, guadagnandosi subito sul campo una serie di coloriti epiteti da parte dei finiani. Nel maggio scorso la Polidori viene quindi nominata sottosegretario allo Sviluppo economico e nell’ottobre scorso viene pure promossa viceministro sempre presso lo stesso dicastero.
In quella stessa infornata del 17 ottobre passa anche la «promozione» da sottosegretario a viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti di Aurelio Misiti, abile slalomista parlamentare eletto con Italia dei valori e passato anche dalle parti del gruppo Misto, movimento per le autonomie e Misto-repubblicani-Azionisti. Ma quella del 17 ottobre è una giornata fortunata per i calabresi. Infatti viene nominato sottosegretario anche Giuseppe Galati, rimasto comunque sempre fedele al gruppo del Pdl. Per lasciar spazio a Galati in quella stessa occasione il senatore Guido Viceconte viene spostato dall’Istruzione all’Interno.


Per pochi mesi, dal 5 maggio scorso, sono stati sottosegretari pure Riccardo Villari ai Beni culturali; Luca Bellotti al Welfare; Giampiero Catone all’Ambiente; Roberto Rosso alle Politiche agricole; Bruno Cesario ed Antonio Gentile all’Economia. Infine la breve ma intensa parabola di Elio Vittorio Belcastro, dal 29 luglio sottosegretario all’Ambiente.

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