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Storie da matti direttamente da Sanremo

«Vorrei che le storie dei miei amici non venissero dimenticate» e così legge le lettere dei pazienti del centro di igiene mentale di Volterra

Coraggio o presunzione? Difficile dire cosa si nasconda sotto la parrucca riccia e del tutto naturale di Simone Cristicchi, un tipo che esordisce con una canzone dal titolo provocatorio e irriverente, Vorrei cantare come Biagio Antonacci, col rischio di beccarsi in risposta cinghiate sarcastiche sulla differenza di taglia discografica con l'illustre «rivale». Qualche tempo dopo, sempre il Cristicchi, si sente in dovere di comporre un rap, intitolato Prete, dove se la prende con la Chiesa e definisce un credo di duemila anni come «la più grande bugia della storia». Il quesito si è riproposto quest'anno: prima al Festival di Sanremo con una canzone «sociale» dedicata ai malati di mente (Ti regalerò una rosa, vincitrice assoluta della gara: non esattamente un compitino melodico ad uso e consumo radiofonico), poi con la scelta rischiosa di fare del suo tour, Centro di igiene mentale, una riproposizione della formula del «teatro-canzone». Non ci vuole molto per capire che il passaggio per la piazza milanese, culla artistica dell'indimenticato inventore del genere Giorgio Gaber, è da far tremare i polsi. E dunque, di che pasta è fatto il Cristicchi? Di quella solida del coraggio, o di quella friabile della presunzione? La risposta del tutto esaustiva verrà col tempo, ma è comunque già cominciata: ad esempio, con questo spettacolo in cartellone il 2 maggio al Teatro Nuovo. Centro di igiene mentale è un racconto in musica e parole, nel quale Simone Cristicchi prova a portare il pubblico, come recita il titolo del suo ultimo album, «dall'altra parte del cancello». Alla scoperta, cioè, del mondo dei cosiddetti «matti». «La cosa che più mi fa piacere - ha detto il giovane cantautore romano (classe 1977) - è che la gente, dopo il mio passaggio dal Festival con Ti regalerò una rosa si è avvicinata al tema della malattia mentale con crescente rispetto». Lo spettacolo interpretato da Simone Cristicchi ha un'utilità su tutte, come spiega lui stesso: «Vorrei che le storie dei miei amici matti non venissero dimenticate, che prendessero vita sul palco insieme a me». Per evitare l'oblio, ogni sera Cristicchi legge alcune lettere di pazienti passati per il centro di igiene mentale di Volterra agli inizi del secolo scorso. Pensieri su carta che, all'insaputa dei loro autori, non giungevano ai destinatari ma tra le cartelle cliniche, in un asettico archivio. Oggi, la piccola «vendetta» operata dal cantautore romano è quella di dribblare, anche se in ritardo di un secolo, l'antica censura e dimostrare che tra quelle righe c'era qualcosa di meritevole di essere ascoltato. Nel repertorio di Cristicchi, tutte le undici canzoni contenute nel nuovo album, dalla cover della celebre Italiano di Totò Cutugno, a Laureata precaria, a Monet, interpretate insieme a Desirè Infascelli (fisarmonica), Olen Cesari (violino), Davide Aru (chitarra e mandolino) e Andrea Rosatelli (contrabbasso).

A corredo dello spettacolo e dell'album, Cristicchi ha anche sfornato un libro, "Centro di igiene mentale", edito da Mondadori, e un dvd (acquistabile insieme o separatamente dal cd).
Teatro Nuovo, 2 maggio ore 21 - Ingresso 31,25 - 25,50 - 19,25 euro - Informazioni tel. 02/53.00.65.01

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