Lo storno rosso becca solo nello Spezzino

Anche gli uccelli migratori - oltre ai membri della sinistra - sono capaci di provocare seri danni alla Liguria. Ma solo in provincia di La Spezia, come sembra sostenere un gruppo di consiglieri regionali che ha presentato un emendamento alla legge regionale sulla caccia in deroga, in discussione in consiglio regionale. Primo firmatario, il diessino (e spezzino) Moreno Veschi. Che sosteneva ieri pomeriggio in aula, minacciando di esibire le prove, la tesi secondo cui lo storno rosso - forse a seguito della fondazione del Partito democratico -, è diventato ben più micidiale dello storno normale e del fringuello. E comunque, nell’estremo levante ligure questo pennuto fa addirittura sfracelli. La soluzione è una sola: sarebbe il caso - insisteva Veschi, che ha ricevuto la solidarietà di altri colleghi più o meno cacciatori - di impallinare a più non posso gli storni rossi, onde evitare la distruzione delle colture pregiate, tipiche del territorio spezzino. Qualcuno a quel punto, si è domandato perché lo storno rosso si debba accanire solo contro le coltivazioni della Spezia, rispettando rigorosamente i confini geografici nonostante la presenza di golosità prelibate nelle tre altre province liguri. «Siamo stupefatti - sbottano Nicola Abbundo (Udc), Francesco Bruzzone (Lega) e Franco Orsi (Fi) -, Veschi e compagni non hanno chiarito perché solo a La Spezia.

Quindi noi dell’opposizione abbiamo ritirato la legge per far cadere l’emendamento». Così è stato. Con buona pace dello storno rosso, politicamente scorretto, che potrà imperversare indisturbato anche nello Spezzino. Lì sì, evidentemente, che gli uccelli migratori si sentono a casa.

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